Demanio: in Campania 50 interventi nei prossimi cinque anni 1 miliardo di lavori con occupazione per oltre 15.500 addetti

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Da una ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico in disuso sul territorio della Campania emerge la possibilità di realizzare 50 interventi di valorizzazione nei prossimi cinque anni: attiverebbero 1 miliardo di euro di lavori con occupazione per oltre 15.500 addetti e ricadute sull’intero sistema economico per 3,5 miliardi di euro. Sono le stime illustrate da Francesco Tuccillo, presidente dell’Acen, i costruttori napoletani, in occasione della presentazione di un ‘modello di valorizzazione’ che passa attraverso il recupero del patrimonio esistente, un esempio di rigenerazione urbana, anche in sinergia tra pubblico e privato.

L’intervento nasce da un protocollo d’intesa firmato dall’Agenzia del Demanio con l’Associazione dei costruttori edili di Napoli. A due casi studio, che riguardano l’ex Smom a Pozzuoli (Napoli) e l’ex caserma Cesare Battisti a Nola, strutture in disuso del ministero della Difesa, si applica il progetto di fattibilità previsto dal nuovo Codice degli Appalti e dal decreto legge Sblocca Italia.

”Oggi – ha detto Tuccillo – presentiamo due casi concreti di valorizzazione di cespiti pubblici nella città metropolitana di Napoli che, grazie ad un pragmatico partenariato pubblico privato, rappresentano dei ‘metaprogetti’ pronti e fruibili’. 

”Io credo – ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – che ci siano le possibilità di arrivare a un progetto esecutivo fattibile affrontando i nodi amministrativi. Stiamo pensando alla istituzione dello Sportello unico regionale che dovrebbe servire a far rendere i pareri a tutte le amministrazioni senza perdere tempo; altrimenti, un progetto del genere ci vorranno decenni per realizzarlo. Se ci sono investitori privati devi dare loro una certezza dei tempi. La precondizione è che vi siano certezze amministrative per far investire i privati. Se devo immaginare che accendo linea di credito per 20 milioni di euro e poi l’intervento si paralizza non si muoverà nessun investitore nè privato, nè di grandi fondi di investimento anche stranieri che sono invece mobilitabili anche nel territorio regionale”.

“La Camera di Commercio di Napoli sostiene concretamente l’impegno delle associazioni sul fronte del monitoraggio ma soprattutto dell’elaborazione propositiva di iniziative che puntano ad incidere sulla pianificazione territoriale e soprattutto sullo sviluppo duraturo del nostro tessuto economico e sociale”. Lo ha affermato Girolamo Pettrone, commissario straordinario dell’ente camerale partenopeo che ha aggiunto: “Le aree industriali dismesse, le infrastrutture in disuso, i cosiddetti ‘vuoti urbani’, ma anche i centri storici e soprattutto le periferie devono diventare i nostri ‘cluster creativi’ capaci di attivare e rendere funzionale la rete tra istituzioni e le associazioni di categoria”.

Il direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Raggi, ha illustrato la nuova filosofia di intervento: ”valorizzare il patrimonio pubblico, metterlo in efficienza e utilizzarlo come leva di sviluppo”.

“Recupero e riuso del patrimonio immobiliare dismesso: è necessaria una mappatura del patrimonio immobiliare privato, finora mai effettuata, ed occorre rilanciare il partenariato pubblico/privato”. Lo hanno ribadito Paola Marone e Luigi Vinci, rispettivamente vice presidente e presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, intervenendo al convegno. Per il monitoraggio del patrimonio privato e per lo studio dei limiti e delle opportunità connesse ai processi di valorizzazione immobiliare, l’Ordine degli Ingegneri di Napoli ha messo a punto e approvato una bozza di protocollo di intesa che intende coinvolgere anche gli Ordini degli Architetti e dei Commercialisti, l’associazione costruttori e le associazioni professionali del settore tecnico.

“La scarsità di risorse pubbliche – ha ricordato poi Paola Marone – impone il coinvolgimento di capitali privati anche mediante la formula del partenariato pubblico/privato per attivare processi di rigenerazione urbana”. A questo proposito l’Ordine degli Ingegneri ha promosso, già da diversi anni, la nascita dell’Associazione per la finanza di progetto, “con l’obiettivo di fare sinergia tra i soggetti interessati e di individuare nuove strategie per il reperimento dei capitali e l’adeguamento degli strumenti finanziari a uno scenario economico in tumultuosa evoluzione”.