Strane e straordinarie sono qualifiche necessarie ma non sufficienti a fornire almeno una prima idea della gestione di buona parte dei poteri previsti e regolati dalla Costituzione. Come se ciò non bastasse, altri usi impropri di notizie che potrebbero essere, se vere, poco diverse da quelle di reato, contribuiscono a che si addensi ancor più la nuvolaglia che sta offuscando la visione del futuro agli italiani. Procedendo con ordine, è doveroso, seppur con rammarico, prendere in considerazione che gli errori – forse meglio orrori – in cui si sta imbattendo sempre più spesso la giustizia italiana negli ultimi anni, turbano i sonni di buona parte degli Italiani. Gli stessi, che per la maggior parte sono “brava gente”, si pongono a denti stretti un’ inquietante domanda: “E se capitasse a me? ” Lo spunto è tratto da due fatti verificatisi da appena qualche giorno, ripetendo precedenti altrettanto “incresciosi” , sia tollerato l’eufemismo. In buona sostanza si sta verificando, dopo molti anni dalla sentenza che ha sbattuto in carcere con condanna all’ergastolo delle persone, emergano fatti nuovi, si legga prove, che i reclusi starebbero scontando la pena per un crimine non commesso da loro. Senza entrare in un recinto già pieno, quello di chi grida- l’ennesimo “chi rifonderà i malcapitati del danno subito” con annessi e connessi, un altro particolare starà angosciando gli italiani. Si tratta di un’ ulterire quesito antico, quello che angosciò anche Cicerone:”cui bono?”, chi ha tratto o trae vantaggi, sottinteso, da situazioni del genere? Una risposta è possibile imbastirla, seppure con forte cruccio, prendendo in considerazione altri “disguidi” verificatisi in questi giorni. Del resto anche cariatidi estratte da quel comparto e messe a presiedere organismi che dovrebbero regolamentare quell’ordinamento, in qualche modo stanno dando supporto a interrogativi. Nelle ultime ore ha preso piede la presunzione che qualche ingerenza, pubblica o privata, abbia reso possibile la beffa del faccendiere di oltre cortina. Ciò che destabilizza in maniera pericolosa e colpevole il normale atteggiamento o routine che definire la si voglia degli italiani, è evidente. Oltre alla palese abnormità di comportamenti del genere, è il vagheggio, talvolta l’incubo, dell’esistenza di poteri occulti che assilla, anche se oramai operano quasi alla luce del sole la popolazione. Viene ritenuta quantomeno sproporzionata la severità con cui è punito un peccato veniale e, viceversa, blanda la condanna per misfatti in realtà di particolare gravità. Con riferimento stretto proprio al peccare, verbo riferibile più al mondo del divino che a quello della umana caducità, domenica Francesco ha portato a casa un’ altra “francescata”. Ha preso la difesa d’ufficio di Giovanni Paolo II dalle contestazioni a suo dire ingiuriose mosse a quest’ultimo da più parti in merito ai torbidi avvenuti dentro le Mura Vaticane. Gli stessi gridano ancora giustizia, quella stessa che potrà venir fuori solo da quell’ambiente. Il papa ha espresso la sua condanna veemente per chi avesse voluto offendere la memoria del suo predecessore, ormai santo, al momento della pronuncia dell’ Angelus, quando la sua voce è udita urbi et orbi, volendo prendere in prestito da lui questa espressione. Una volta I panni sporchi si lavavano in casa, a mano o in lavatrice. Poi solo a macchina, presso esercizi specializzati, comunque con discrezione. Ora sembra di essere nei quartieri popolari di Napoli o di Genova o di tante altre città dove tutti sanno tutto di tutti. Accade così che l’ invettiva del papa contro chi avrebbe rivolto quelle accuse al suo predecessore polacco, possa apparire una excusatio non petita agli occhi e alle orecchie dei comuni mortali. Già nella Roma pagana era tenuta in considerazione la regola che fosse bene astenersi dal parlare dei defunti se non per le loro buone azioni. I tempi cambiano e con essi i dosaggi tra sacro e profano nel comportamento umano. Resta comunque sempre valido l’ammonimento che i contadini anziani danno a quelli più giovani. Li invitano a essere particolarmente attenti, nel loro modo di vivere, a dosare con molta cautela l’acqua santa e lo stesso fare nei rapporti con le espressioni del diavolo. Una miscela sproporzionata finirebbe senz’altro per esplodere. Di conseguenza qualcuno, anche non volendo, potrebbe farsi male, anche gravemente.