De Luca, nuove luci sul Mezzogiorno

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Il Mezzogiorno torna sulla scena dell’informazione – almeno su quella – per effetto dell’annuncio a sorpresa del governatore De Luca che nella prima metà di novembre (pare venerdì 11 e sabato 12) intende tenere una sorta di Stati generali del Sud chiamando a raccolta le migliori forze dell’ingegno, fondazioni e centri studio, per organizzarne i contenuti sotto il coordinamento di Unioncamere regionale.

L’appuntamento cadrà alla vigilia virtuale del referendum costituzionale in calendario il 4 dicembre e dunque in un periodo di massima tensione del governo impegnato a spiegare in tutta Italia le ragioni del Sì alle quali la sua stessa sopravvivenza è legata. Dunque, per attirarne e averne l’attenzione occorrerà dire qualcosa di veramente utile e forte evitando di cadere nella trappola del già visto.

A meno che il convegno o come si vorrà chiamare l’evento in preparazione non servirà (anche) a tirare la volata al premier visto che i sondaggi rivelano una certa tiepidezza nei confronti del cambiamento proprio da parte degli elettori meridionali forse disillusi e certamente distratti da problemi economici che s’ingigantiscono a giudicare dalle cattive notizie che continuano ad avere la meglio sulle buone.

Il fatto è che per quanto rilevanti i fondi europei destinati alla crescita del territorio continuano a essere sostitutivi e non aggiuntivi di quelli ordinari che infatti latitano e forse è (anche) per questo che Renzi ha avvertito il bisogno di rilanciare il Ponte sullo Stretto alla cui costruzione tutti sembravano aver rinunciato. Sul terreno dello spariglio il presidente del Consiglio non è secondo al presidente della Regione.

E poi c’è da sondare il sentimento e l’intenzione delle grandi aziende pubbliche e para pubbliche come Finmeccanica Ferrovie Poste i cui piani d’investimento sono giudicati quantomeno opachi nonostante le rassicurazioni che giungono puntualmente a richiesta. Insomma c’è bisogno di una ricognizione di quello che c’è e di quello ci potrebbe essere se ci fosse una maggiore e reale considerazione dei problemi locali.

Sotto questo profilo il punto nave immaginato da De Luca potrebbe servire a diradare un po’ nebbia lungo il percorso di una traversata che non si presenta facile. A onore di questa regione c’è la scelta di potenziare gli strumenti nazionali per le imprese e i lavoratori evitando d’inventare nuove e differenti misure più adatte a ingombrare il campo che a risolvere i problemi. E il modello potrebbe essere perfino vincente.