Dall’attacco del fisco alla disinflazione: il senso di donare al Terzo settore

Foto di Sabine van Erp da Pixabay

Ieri, la Fondazione Tertyus, nella sua relazione annuale ha espresso il bisogno che lo Stato aumenti, tra il 30% e 40%, le detrazioni fiscali per “spingere” i contribuenti a donare al Terzo Settore, mentre Il CdM del 16 u.s. ha tagliato, le detrazioni fiscali 2024, di 260 euro e non aiuta un sistema giovane, nato nel 2016. La definizione di Terzo Settore è nell’art. 1, comma 1, legge delega n. 106/2016 (https://e-ius.it/terzo-settore/). Il Terzo Settore, dopo il Primo, ovvero lo Stato, e il Secondo, ovvero il mercato,  rappresenta un’importante e sempre più presente realtà. Un vero e proprio sistema sociale ed economico, che interagisce con le l’area pubblica ed il mercato. Le caratteristiche di questo settore: innanzi tutto possiamo definire il Terzo Settore come l’insieme delle organizzazioni che operano a livello umanitario e sociale.

Chi sono gli Enti del Terzo Settore e quali caratteristiche hanno?

“Gli Enti del Terzo Settore (ETS) sono organizzazioni non commerciali o commerciali, costituite come Associazione, Comitato, Fondazione o impresa che, perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, si caratterizzano per lo svolgimento in esclusiva o in via principale di una o più attività di interesse generale e per l’assenza di scopo di lucro.
Sono regolamentati dal Codice del Terzo Settore che definisce anche l’elenco delle attività di interesse generale, lo svolgimento di attività diverse e le modalità di iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Un Ente del Terzo Settore può ottenere una qualifica specifica. Con la riforma ETS (enti del terzo settore), viene eliminata la denominazione di ONLUS e vengono stabiliti oltre che semplificati, gli statuti delle organizzazioni. Vengono disciplinate::

  • APS Associazioni di promozione sociale,
  • ODV Organizzazioni di Volontariato,
  • EF Enti Filantropici,
  • IS Imprese Sociali, incluse le cooperative sociali;
  • SMS Società di mutuo soccorso,
  • ETS altri Enti del Terzo Settore.

Tutti gli Enti del Terzo Settore hanno il divieto di distribuire utili, ad eccezione delle Imprese Sociali che hanno comunque vincoli molto stretti.
Non possono essere riconosciuti come Enti del Terzo Settore gli enti pubblici (e gli enti da essi controllati), gli enti privati con finalità economiche (associazioni di categoria o professionali), i sindacati, i partiti politici e le società commerciali non riconosciute come Imprese Sociali.
Gli Enti Religiosi possono, invece, ottenere il riconoscimento se svolgono almeno una delle attività di interesse generale definite dalla legge; il riconoscimento può anche essere limitato ad una parte dell’Ente in presenza di una netta divisione organizzativa delle funzioni”.

Il link appena sopracitato continua con alcuni brevi, ma molto utili paragrafi
–      Come si costituisce un ETS?

    • Bilanci e rendiconti degli ETS
    • Quali sono gli organi sociali degli ETS?
    • Agevolazioni fiscali per gli ETS

Il riferimento normativo è il seguente: DECRETO LEGISLATIVO 3 luglio 2017, n. 117
Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106. (17G00128) Entrata in vigore del provvedimento: 03/08/2017 (Ultimo aggiornamento all’atto pubblicato il 27/07/2023).

Un commento alla scelta fatta dal Governo di tagliare la deducibilità delle donazioni, al quale si è dedicato il giornale vita.it, che tradizionalmente riserva molto spazio e interesse alla sussidiarietà. Con ripresa filmata della presentazione intitolata: 18 Ottobre Terzjus Report: “Dalla Regolazione alla Promozione una riforma da completare”. ll Governo taglia le detrazioni per le donazioni (https://www.vita.it/ll-governo-taglia-le-detrazioni-per-le-donazioni/). “Taglio lineare di 260 euro per le detrazioni, comprese quelle previste per le donazioni al Terzo settore. Il Consiglio dei ministri, che lunedì 16 ottobre ha approvato il disegno di legge di bilancio per il 2024 (una manovra da 24 miliardi), ha approvato anche due decreti attuativi della delega fiscale. In uno di essi è previsto una taglio alle detrazioni per chi ha un reddito complessivo superiore a 50mila euro. Salvate le spese mediche, precisa il comunicato stampa del governo, a essere interessati dalla riduzione saranno le spese che oggi godono di una detraibilità del 19% (per esempio trasporto pubblico, veterinario, rette di nidi e scuole, attività sportive, acquisto di strumenti per studenti con DSA) ma anche le erogazioni liberali a favore delle Onlus, dei partiti e del Terzo settore.

La notizia arriva proprio a ridosso della presentazione del terzo Rapporto sullo stato e l’evoluzione del diritto del Terzo settore, realizzato dalla Fondazione Terzjus, di cui, si ricorda, i Soci Fondatori sono: ACLI aps – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani APS,
AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ANBIMA – Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome, ANPAS ODV – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, ANSPI – Associazione San Paolo Italia, Assifero – Associazione italiana fondazioni ed enti di erogazione, Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, Consiglio Nazionale del Notariato, Consorzio Ambito Territoriale Sociale N°3 AUSL BR/1, E-IUS Tax & Legal, FISH – Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap, Fondazione Italia Sociale, Forum Nazionale del Terzo Settore, Italia non profit
LILT La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori –, Confederazione Misericordia e Solidarietà, UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco Italiane. Oltre ai seguenti soci partecipanti aderenti: AIL – Associazione Italiana Contro Le Leucemie, Linfomi E Mieloma, UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare.

Uno dei capitoli del poderoso annunciato  REPORT, intitolato “Dalla regolazione alla promozione. Una riforma da completare” è dedicato proprio alle agevolazioni fiscali per le erogazioni liberali a favore degli enti del Terzo settore: il Codice del Terzo settore, infatti, ha innalzato la percentuale di detraibilità delle donazioni agli Ets dal 26% al 30% (che sale al 35% per le Odv) e il report ha rilevato tra il 2019 e il 2021 sia un lieve trend di crescita dei donatori sia, soprattutto, un incremento di circa il 40% dell’importo medio della donazione.

Ecco perché una delle proposte di Terzjus, a valle dell’analisi condotta, è proprio quella di aumentare la quota della donazione che sia detraibile, il contrario di quel che il governo oggi sta facendo. «Chiederemo di portare dal 30% al 35% la detrazione le donazioni agli Ets e dal 35% al 40% quelle per le Odv. Un modo per provare a spingere i contribuenti con maggiori disponibilità di reddito a metter mano in modo più deciso al portafoglio», afferma Luigi Bobba, presidente di Terzjus. Con ripresa filmata intitolata: 18 Ottobre Terzjus Report: “Dalla Regolazione alla Promozione una riforma da completare”.

Afferma: “è una scelta che va in controtendenza rispetto alla proposta che noi formuliamo nel rapporto, che al contrario chiede di incrementare la percentuale di detrazione. È un segnale negativo, soprattutto a livello di significato dal momento che proprio nel rapporto mettiamo in evidenza come le detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali in favore del Terzo settore in Italia coinvolgono un ristretto numero di contribuenti: intorno al 2% secondo i dati del Mef (che riguardano la generalità dei dichiaranti) e circa il 2,4% tra chi presenta la dichiarazione dei redditi tramite un Caf Acli. Dal punto di vista delle risorse da recuperare, quindi, non toccare le detrazioni per le donazioni non impatterebbe molto: più che altro spiace vedere che il legislatore – nell’esigenza e nell’urgenza di trovare risorse – abbia inserito anche voci che, con un attimo di meditazione e valutazione, sarebbe stato chiaro che si potevano evitare”.

Da questo giornale, Il denaro.it, si ricorda, che   è stato sollevato un altro problema di iniquità fiscale, oltre quello soprariportato, e, cioè che nel 2024 e seguenti, sulle pensioni che, a partire da quelle medie in su, riguarda l’adeguamento inflattivo, tenuto conto che scivolano, positivamente, risorse pensionistiche a favore di   fruitori di pensioni più basse e tutte quelle adeguate al minimo  in assenza di versamenti di contributi ed in molti casi di intere categorie di attività di rappresentanti politici. Cfr.: A rischio la rivalutazione 2024 delle pensioni medie, nonostante l’anticipo a fine anno su quella mancata nel 2023: la petizione –  12  Ottobre 2023 (https://www.ildenaro.it/a-rischio-la-rivalutazione-2024-delle-pensioni-medie-nonostante-lanticipo-a-fine-anno-su-quella-mancata-nel-2023-la-petizione/). Ci si è riferiti alla  Cida (Confederazione che rappresenta dirigenti, quadri e alte professionalità) che non condivide le misure restrittive sulla rivalutazione delle pensioni degli ultimi anni, compresa la stretta decisa con la scorsa Legge di Bilancio, che ha fatto perdere ai pensionati fino al 9% di aumento dovuto all’inflazione, a discapito del potere d’acquisto del proprio reddito. Quindi è a rischio l’aumento delle pensioni 2024,  ed una stretta permanente sulle pensioni medio-alte.

Altrettanto è iniquo quanto è stato descritto ora sulla politica fiscale delle detrazioni che mette a rischio il finanziamento del  Terzo settore, quale insieme di enti di carattere privato che agiscono in diversi importantissimi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale.