Si riporta di seguito dal sito ASviS il testo integrale di Luigi Di Marco di martedì 11 giugno 2024.
L’esito delle elezioni europee conferma la maggioranza del Parlamento uscente che ha sostenuto la presidenza della Commissione affidata a Ursula von der Leyen nel mandato 2019-2024, e prospetta la continuità politica.
I numeri (pressoché definitivi) dell’esito delle elezioni del Parlamento europeo per la legislatura 2024-2029 (vedi figura 1) indicano una sostanziale conferma rispetto al Parlamento uscente della legislatura 2019-2024 (vedi figura 2) ai fini della configurazione di una maggioranza con i precedenti gruppi dei Popolari europei (Ppe), Socialisti europei (S&D) e liberali (Renew).
Il consolidamento del Ppe come primo raggruppamento politico del Parlamento, in crescita di 10 seggi rispetto alla configurazione uscente, e la conferma del S&D, in lieve flessione per -4 seggi, quale secondo raggruppamento più numeroso, agevolano senza dubbio la ricandidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea e l’ipotesi di ricostituzione della precedente maggioranza con il gruppo di Renew, nonostante quest’ultimo abbia perso 23 seggi.
L’ipotesi riconferma della maggioranza uscente può contare 400 seggi sul totale di 720 (vedi la simulazione – figura 3). Si noti che i seggi complessivi sono passati da 705 a 720 rispetto alla legislatura 2019-2024.
Numeroso resta il gruppo dei non iscritti ad alcun raggruppamento e dei neoeletti senza appartenenza a un gruppo politico del Parlamento uscente (pari a 45+55), alcuni dei quali potrebbero optare per il sostegno alla nuova maggioranza. Tra questi sono presenti n.8 italiani eletti con il Movimento 5 stelle.
Tra le opposizioni alla maggioranza, netta è la perdita nel raggruppamento dei verdi (da 71 a 53) determinata soprattutto dall’esito elettorale della Germania (per -9 seggi) che ha consolidato il Ppe attraverso la Cdu al 30% come primo partito e registrato l’entrata del partito di destra non iscritto ad alcun raggruppamento “Alternative für Deutschland” (con il 15.90%), e dalla Francia (per -7 seggi) che ha premiato l’Id attraverso “Rassemblement national” come primo partito al 33%.
Se confermata la precedente maggioranza, per quanto riguarda i parlamentari italiani che resterebbero all’opposizione, rispetto al Parlamento uscente si nota il netto travaso dal gruppo Id (cui afferisce la Lega) al gruppo Ecr (cui afferisce Fratelli d’Italia) restando il numero complessivo dei seggi pari comunque a 32 (vedi confronto figure 4 e 5).
Si deve inoltre registrare per l’Italia un calo dell’affluenza che ha portato a un minimo storico del 48,30 (rispetto a una media Ue del 51% da confermare). Da notare che l’Italia ha avuto fin dalle prime elezioni europee del 1979 (con l’affluenza dell’85,65%) una partecipazione nettamente superiore alla media Ue con un declino pressoché progressivo (vedi figura 6).
È opportuno mettere in evidenza che formalmente i gruppi politici saranno costituiti nelle settimane successive alle elezioni e che quindi potrebbero variare le configurazioni politiche del precedente Parlamento e le relative analisi sulle composizioni di maggioranza. Come precisato nelle informazioni sul “dopo le elezioni” del sito del Parlamento europeo, un gruppo politico deve essere composto da almeno 23 deputati al Parlamento europeo provenienti da sette Paesi dell’Ue. Un deputato non può aderire a più gruppi politici, ma, in alternativa, può scegliere di non aderire a nessun gruppo e di essere “non iscritto”. In qualsiasi momento della legislatura possono essere creati nuovi gruppi.
Nella prima tornata della nuova legislatura già fissata a Strasburgo per il 16-19 luglio, il Parlamento eleggerà il suo nuovo presidente e i vicepresidenti. Inoltre, se i leader dell’Ue in sede di Consiglio europeo identificheranno la/il candidata/o alla presidenza della Commissione, il Parlamento procederà all’elezione a maggioranza con il sostegno di almeno la metà di tutti i deputati più uno. In analogia a quanto avvenuto nel 2019 è possibile a luglio 2024 avere l’approvazione del programma di mandato unitamente all’elezione della nuova presidenza della Commissione.