Dalla Niaf premi al merito campano che dà lustro al Sud

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Due napoletani a Washington. Per ricevere altrettanti prestigiosi riconoscimenti dalla Niaf, National Italian American Foundation, la più potente organizzazione italo-americana che come sempre a fine ottobre celebra il massimo evento dell’anno: un Gala per tremila partecipanti che culmina con sei premiazioni molto ricercate.

La circostanza, già di per sé notevole, assume maggiore rilevanza per almeno due motivi. Il primo: quest’anno la Regione d’onore era la Lombardia che presentava alla qualificata platea le opportunità del prossimo Expò di Milano. Il secondo: entrambe le onorificenze riservate al nostro Paese sono state appannaggio di personalità provenienti dal dolente capoluogo campano.
Dunque, vediamo chi sono i prescelti e in quale contesto si è collocata questa particolare affermazione che negli Stati Uniti ha un valore ben superiore a quello che sappiamo tributare in patria. Se non siamo nel recinto del “nemo profeta” poco ci manca ma iniziative come queste e la capacità di valorizzarle possono cominciare a colmare il vuoto culturale che da sempre circonda la categoria a noi sconosciuta del merito.

L’International Business Award, il Premio per gli Affari Internazionali, è andato a Pasqualino Monti, 40 anni, presidente del Porto di Civitavecchia e di Assoporti (la struttura che riunisce tutte le Autority italiane), nato a Ischia dove parte della famiglia ancora risiede per poi trasferirsi giovane nella cittadina laziale al seguito del padre.
Che cosa ha fatto Monti per attirare l’attenzione della Niaf e guadagnare il suo premio? Mentre in Italia costruiva le condizioni per fare di Civitavecchia il primo scalo per crocieristi, ha stretto un accordo commerciale con gli scali di New York e del New Jersey per potenziare gli scambi e i traffici marittimi dopo aver conquistato la patente d’interlocutore serio e credibile.

Il Friendship Award, il Premio per l’Amicizia, è stato assegnato a Fabrizio Vinaccia, 56 anni, napoletano di Posillipo, vice presidente e responsabile degli affari istituzionali di Mbda, azienda della galassia Finmeccanica che opera con onore (alti investimenti in tecnologia e bilanci sempre positivi) nel campo della Difesa.
A presentare al pubblico Vinaccia per poi consegnargli la speciale attribuzione è stato il chairman della Niaf in persona, Joseph Del Raso, che ha voluto così più che simbolicamente indicare quale peso abbia il valore dell’Amicizia per il popolo italo-americano che sa riconoscerlo e apprezzarlo e valorizzarlo.
L’affermazione dei due manager italiani in America è apparsa ancora più soddisfacente se messa a confronto con la qualità dei premiati americani tra i quali il cofondatore e capoazienda del gruppo Carlyle Daniel D’Aniello, il vice presidente di Google Susan Molinari, lo scrittore e attore John Turturro che ha avuto il merito di ricollocare nel mondo la canzone napoletana con il suo film Passione.

Anche il parterre istituzionale ha contribuito a rendere la manifestazione piacevole e suscitatrice d’orgoglio dal momento che accanto all’intero gruppo dirigente della Niaf hanno preso parte alla manifestazione, tra molti altri ospiti illustri, il ministro dell’Industria Federica Guidi, l’ambasciatore italiano in America Claudio Bisogniero e l’ambasciatore americano in Italia John Phillips.
A condurre la serata, insieme con l’uomo di spettacoli Joe Piscopo, la molto ricercata anchor woman Maria Bartiromo, la prima donna a trasmettere per la televisione dal parterre di Wall Street. Considerata tra i giornalisti una vera e propria star, la Bartiromo è di origini campane (salernitane per la precisione) e non ha mancato di aggiungere entusiasmo alla magia della serata.

Insomma, ancora una volta i migliori beni di cui l’Italia dispone e può esporre sono quelli da esportazione: prodotti, come quelli che il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni vorrebbe meglio difesi dalle falsificazioni, e uomini che hanno imparato a guardare un po’ più in là del proprio naso mostrando di aver capito che l’internazionalizzazione di cui tanto si parla più che una tecnica è una questione di cultura.
Se poi Napoli riesce a mostrare un volto che non è quello usuale, segnato dalle poco commendevoli cronache, è un successo di cui tutto il Paese dovrebbe gioire.