Fuori dal tunnel delle polemiche

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Più di 40 miliardi di euro di esportazioni nei primi dieci mesi del 2018 diretti oltralpe, in crescita rispetto all’anno precedente, contro quasi 30 miliardi di importazioni. Il saldo, negli ultimi anni, va sempre a nostro favore e misura sempre una decina di miliardi. La TAV serve anche per questo.
Nel tempo, i complementari modelli di specializzazione produttiva hanno favorito lo sviluppo dei flussi commerciali tra le imprese portando la Francia ad essere il secondo partner commerciale del nostro Paese per destinazione dell’export, e anche il secondo fornitore. Non possiamo permetterci di rinunciare a questo legame economico.
Numerosi i dossier industriali che corrono sull’asse Roma-Parigi. Il più recente è la fusione nel comparto dell’occhialeria tra Luxottica ed Essilor, risalente allo scorso ottobre, che ha generato la nuova EssilorLuxottica. Di recente la francese Lactalis è salita al 96% del capitale Parmalat. E ancora l’importante alleanza nella cantieristica navale tra Stx e il colosso Fincantieri.
Queste le premesse che spiegano perché l’esecuzione della linea dell’alta velocità Torino-Lione, segnata invece da un continuo temporeggiare da parte italiana, è un’opera da sbloccare il prima possibile. Nello Sblocca Cantieri, il decreto che dovrebbe far partire con urgenza le opere strategiche del paese, la TAV non viene neanche menzionata. Rimane invece un terreno di scontro strumentale tra le due forze di governo: Lega a favore, Movimento 5 stelle contrario. Anche se il clamore dei mesi scorsi sembra calato, ora che sono altre le polemiche che infiammano lo scontro politico. Tuttavia si riescono a scorgere sparute dichiarazioni: Salvini ha affermato che il progetto prosegue visto che i bandi sono aperti regolarmente. Il viceministro per le Infrastrutture Rixi ha confermato che l’opera verrà completata, anche se a causa dei ritardi non sarà pronta prima del 2030-2031. L’accordo internazionale tra Italia e Francia risale addirittura al 1996. L’intera opera ha un costo di 8,6 miliardi di euro, il 40% cofinanziato dall’Ue, il 35% dall’Italia e il 25% dalla Francia. Sono attualmente attivi contratti per circa 1,3 miliardi di euro. In totale entro il 2019 è previsto l’affidamento di appalti per un importo complessivo di 5,5 miliardi di euro. Se il governo italiano bloccasse l’opera dovrebbe restituire all’Unione europea una somma stimata in circa 1,2 miliardi di euro. Ma per il momento la TAV è scomparsa dai radar e dalle polemiche. Forse allora si farà.