Dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione, l’Inps: Quando, quanto e a chi. Le nuove regole

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Un focus sul nuovo decreto Lavoro, che prevede ”una revisione delle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, una nuova disciplina per la formazione e per l’accesso al mondo del lavoro”. Lo pubblica l’Istituto previdenziale, il quale specifica che il dossier ”mira a fornire una sintesi delle principali disposizioni che interessano l’attività dell’Inps, con particolare attenzione alle nuove misure di contrasto alla povertà: assegno di inclusione e supporto per la formazione e il lavoro”. Dal 1° gennaio 2024 il reddito di cittadinanza sarà sostituito dall’Assegno di inclusione (Adi), che prevede percorsi di inserimento sociale, di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro. Oltre ai controlli preventivi e successivi, l’Inps sarà tenuto a informare il richiedente che, per ricevere il beneficio economico, dovrà effettuare l’iscrizione presso il ”Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa” (Siisl) al fine di sottoscrivere un Patto di attivazione digitale. L’Adi è erogato mensilmente, per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi. La prestazione dà diritto a: un’integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 6.000 euro annui o a 7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza; un’integrazione del reddito per i nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione per un importo pari all’ammontare del canone annuo previsto dal contratto di locazione come dichiarato ai fini Isee, fino ad un massimo di 3.360 euro annui o di 1.800 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza.

Il decreto istituisce inoltre, ricorda l’Inps, il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) quale misura di attivazione mediante la partecipazione a progetti formativi, di qualificazione e riqualificazione professionale. Tale supporto è incompatibile con il reddito e la pensione di cittadinanza e con ogni altro strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione. Per quanto riguarda l’assegno unico universale, viene riconosciuta la maggiorazione anche ai nuclei in cui è presente un solo genitore lavoratore poiché l’altro risulta deceduto. Nel campo delle politiche per i giovani, precisa l’Inps, il decreto riconosce, per un periodo di 12 mesi, un incentivo pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali ai datori di lavoro che effettuino nuove assunzioni a tempo indeterminato, compresi i rapporti di apprendistato professionalizzante, di giovani al di sotto dei 30 anni.