Si riporta di seguito il testo integrale dal sito ASviS di venerdì 31 maggio 2024.
Con i suoi 1.250 eventi, il Festival dello Sviluppo Sostenibile ha rappresentato una grande mobilitazione dal basso per sollecitare il cambiamento. Un patrimonio di partecipazione democratica che abbiamo il dovere di far progredire.
Non possiamo più ignorare tutto ciò che è necessario cambiare per realizzare uno sviluppo sostenibile. E immaginare il cambiamento non basta, bisogna agire se vogliamo davvero un futuro migliore. È questo lo spirito con cui l’ASviS ha voluto animare l’ottava edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, guidata dalla campagna “È il momento di aprire gli occhi. #GUARDIAMOALFUTURO”. Anche quest’anno abbiamo scelto di mobilitare milioni di persone sui temi dello sviluppo sostenibile per far conoscere quella bussola che è per noi l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, per portare nuove idee, condividere buone pratiche e riflettere insieme su come poter attuare una transizione ecologica giusta.
Sappiamo che le sfide che abbiamo davanti generano in alcune persone sentimenti negativi: un sondaggio Swg ci dice che, sebbene sia in aumento la consapevolezza sulla stretta connessione tra qualità dell’ambiente e qualità della vita, sei intervistati su dieci si stanno rassegnando all’idea che non vinceremo mai la lotta al cambiamento climatico e l’ecoansia colpisce un intervistato su tre. Eppure il Festival dello Sviluppo Sostenibile, con i suoi oltre 900 eventi in cartellone (a cui si aggiungono i circa 350 dai Festival “gemellati” con quello ASviS), è la testimonianza che la società civile non si è arresa, “che una parte consistente della società italiana condivide lo spirito dell’Agenda 2030”, come sottolineato dalla nostra presidente Marcella Mallen all’evento di chiusura. Vuol dire che “la sostenibilità non è una parola vuota” come alcuni dicono, per citare uno degli “Otto stereotipi smentiti dal Festival” illustrati dal nostro direttore scientifico Enrico Giovannini, perché la manifestazione ha dimostrato che il contenuto dell’Agenda 2030 non solo è attuale, ma è in grado di “aggregare, stimolare, generare discussione e progettualità della società civile”; così come “la società civile non è composta da sonnambuli”, perché “ci saranno pure, ma le migliaia di soggetti che hanno animato il Festival ci sono e sono tutt’altro che sonnambuli”. Questo Festival vuol dire dunque che c’è chi crede ancora di poter cambiare le cose, anche sollecitando insieme all’ASviS la politica, che per ora non ha fatto abbastanza. Il Rapporto di Primavera che abbiamo pubblicato in apertura del Festival ha illustrato chiaramente, infatti, come le politiche adottate nel corso degli ultimi 18 mesi non siano in grado di produrre quel cambio di passo prefigurato dalla Strategia nazionale di sviluppo sostenibile approvata dal governo a settembre 2023. Il documento, però, indica anche le possibili strade che ora possiamo prendere, presentando gli scenari per l’Italia al 2030 e 2050 sviluppati con Oxford Economics per illustrare chiaramente che investire e accelerare subito sulla transizione ecologica conviene.
Certamente il risultato delle prossime elezioni europee avrà un grande impatto su come l’Unione europea e i suoi Stati membri procederanno nel percorso di transizione, ed è per questo che negli ultimi mesi e nel corso del Festival abbiamo raccolto le idee e presentato all’evento di chiusura della manifestazione un Manifesto di sette proposte per un’Europa sostenibile, oltre a mettere a disposizione sul sito dell’ASviS una pagina interamente dedicata al tema e ad aver realizzato la rubrica “Europa 2030: speciale elezioni”, disponibile online e in onda su Radio Radicale fino al 7 giugno, per conoscere da vicino e interrogare i candidati alle elezioni europee rispetto ai temi dello sviluppo sostenibile. Durante il Festival ci sono state anche tante altre pubblicazioni: da un Quaderno che fa il punto sullo stato di avanzamento delle politiche dell’Ue rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile a un Position paper sulle organizzazioni culturali e lo sviluppo sostenibile; ma anche “Mille schegge di futuro. Il mondo di domani secondo FUTURAnetwork”, un volume di 35 schede su argomenti significativi per il nostro futuro, dall’allungamento della vita all’AI, con link a quasi mille articoli online per formarsi un’idea sui possibili scenari e poter compiere oggi le scelte necessarie per un mondo sostenibile.
Le varie pubblicazioni sono state presentate nel corso dei 30 eventi che abbiamo organizzato direttamente come ASviS, grazie al lavoro delle esperte e degli esperti che compongono i nostri Gruppi di lavoro e che con le loro organizzazioni hanno realizzato anche altre centinaia di iniziative. I 30 eventi nazionali hanno abbracciato il Paese da Nord a Sud attraverso sei tappe, tra cui Roma che, presso il Palazzo delle Esposizioni in qualità di “casa” del Festival, ha ospitato numerosi appuntamenti sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Siamo partiti il 7 maggio da Ivrea, dalla storica sede della Olivetti, con la presentazione del Rapporto di Primavera e una riflessione sul ruolo di imprenditorialità e finanza nella transizione ecologica, a cui abbiamo dedicato anche una pagina proprio per raccontare quella “sostenibilità in (buona) pratica” messa in atto dalle imprese. Dal 9 all’11 maggio ci siamo spostati al Salone del Libro di Torino per discutere di comunicazione, cultura e sostenibilità. Il 14 e 15 maggio, a Bologna, abbiamo parlato della transizione ecologica nelle città e c’è stato un dialogo tra Romano Prodi, Enrico Giovannini e il cardinale Matteo Zuppi, un confronto non solo politico ma anche etico su pace e guerra, sulla necessità di accelerare la transizione ecologica e sulle esigenze dell’economia. Il 17 maggio, a Milano, ci siamo dedicati al ruolo dei territori come motore del cambiamento, mentre il 21 maggio, a Palermo, il focus è stato sui temi sociali, in particolare sul mondo della scuola e sul Mezzogiorno. Infine, il 23 maggio a Roma, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati, con l’evento istituzionale di chiusura del Festival abbiamo presentato i risultati della manifestazione e le raccomandazioni e proposte per prendere decisioni coerenti con l’Agenda 2030, organizzando poi il giorno dopo un concerto per un’Europa sostenibile.
Il concerto finale ha visto sul palco l’orchestra giovanile europea (European union youth orchestra) e la cantante Big Mama, oltre ad alcuni relatori che hanno intervallato le performance con letture simboliche e riflessioni, ed è stato l’occasione per annunciare anche una grande novità: l’Auditorium Parco della Musica diventerà “casa della sostenibilità”, grazie a un accordo tra l’ASviS e la Fondazione Musica per Roma, per ospitare eventi scientifici e divulgativi ma anche diventare un laboratorio di idee sui temi dello sviluppo sostenibile. Il concerto finale è stato l’ultimo della serie di spettacoli musicali che hanno intrattenuto più di 4mila persone grazie alla collaborazione con Heroes Festival: da Kety Fusco a Tiromancino, da Lucio Corsi a Cosmo e molti altri, sette concerti in giro per l’Italia per fare da megafono ai messaggi della sostenibilità attraverso l’impegno di cantanti e musicisti.
Insomma, è stato un Festival dal vivo nei territori e con le persone, ma con un grande interesse anche in rete e sui media: la mobilitazione sui social con gli hashtag della manifestazione ha raggiunto 80 milioni di impression, mentre attraverso le 85 ore di dirette streaming degli eventi ASviS sono state raggiunte oltre cinque milioni di persone, con 10 milioni di impression e 1,3 milioni di visualizzazioni.
La diffusione così ampia è stata resa possibile anche grazie alle numerose collaborazioni e in particolare ad Ansa e Rai, media partner del Festival, che sono stati protagonisti tra l’altro di due iniziative chiave della manifestazione, disponibili online per l’ascolto: “Voci sul futuro”, la serie di incontri organizzati con Ansa per discutere di temi fondamentali non solo per il presente, ma anche per i prossimi anni, attraverso il confronto con esperti italiani e internazionali su Europa, energia, imprese, intelligenza artificiale, multilateralismo e Onu; “L’elefante nella stanza – 10 notizie dal futuro dell’Africa”, il podcast di Rai Radio, ASviS e Amref Health Africa per abbattere stereotipi e luoghi comuni, proiettando gli ascoltatori verso una visione più realistica del continente africano. In occasione della manifestazione sono stati realizzati anche tanti altri podcast e progetti, che costituiscono quelli che noi chiamiamo “I nuovi percorsi dal Festival”, e ci sono state anche premiazioni significative per riconoscere l’impegno di chi sta portando avanti buone pratiche di sostenibilità. Tra queste, ad esempio, il premio ASviS “Giusta transizione”, assegnato a una tecnologia che favorisce la circolarità della plastica, e la consegna della targa ai vincitori del concorso per scuole “Facciamo 17 Goal”, indetto dall’Alleanza insieme al Ministero dell’Istruzione e del merito.
Concludo sottolineando quanta ricchezza di iniziative ha portato questo Festival, e per questo vorrei ricordare l’apporto fondamentale di tutti coloro che si sono adoperati per realizzarlo insieme all’ASviS, a partire dalla società civile. Senza l’impegno in prima persona di cittadine e cittadini, scuole e università, associazioni, amministrazioni locali, imprese e istituzioni, tutto questo non sarebbe stato possibile. Un prezioso contributo è stato dato dalla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) che ha sollecitato gli atenei portando alla realizzazione di centinaia di eventi, dagli organizzatori dei Festival territoriali di Delta del Po, Garda, Modena, Monza, Parma e Sardegna, e poi dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha portato il Festival nel mondo in 23 diversi Paesi attraverso il coinvolgimento di sedi diplomatiche, istituti di cultura italiani all’estero e ambasciate estere in Italia. Infine, ovviamente, ricordo il supporto di tutti i nostri sostenitori, che ci hanno aiutato a realizzare tutto questo.
Le ultime parole vorrei spenderle recuperando una citazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che come ASviS abbiamo riportato in più occasioni durante il Festival: “L’Agenda 2030 non è esercizio burocratico per sognatori”. Ecco, noi crediamo che l’ottava edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile abbia testimoniato ancora una volta la concretezza di questo Piano globale, la sua capacità di mobilitare persone e idee, dando vita a un vero e proprio “patrimonio di partecipazione democratica”, per usare le parole del nostro presidente Pierluigi Stefanini. Abbiamo il dovere ora di far progredire questo patrimonio, di creare nuove condizioni perché possa rafforzarsi e trovare nuovi spazi, per incontrarsi con la politica, perché non possiamo illuderci cambi senza una forte mobilitazione dell’opinione pubblica. Dare una risposta alle grandi mobilitazioni dal basso, facendo leva sulle tante energie messe in campo, è la chiave da usare se vogliamo davvero aprire le porte (e gli occhi) verso un futuro di sostenibilità.