Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 20 agosto all’interno della rubrica Spigolature
di Ermanno Corsi
Dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, il trascinante libro di Annamaria Ortese (“Il mare non bagna Napoli”) ci aveva quasi abituati non solo a sottovalutare la grande risorsa costituita dal lungo sviluppo costiero, in Campania, che supera i 480 chilometri dal basso Lazio alla Basilicata settentrionale, ma addirittura a considerare la grande massa d’acqua tirrenica perfino una “nemica”. Tutto questo perché, ideologicamente parlando, il mare tirrenico era diventato segno e simbolo, negativa metafora, di pesanti discriminazioni sociali tra chi poteva “agirlo” in modo proficuo come fattore di benessere, sviluppo e sollievo non solo estivo, e chi invece non poteva fare altro che da esso riguardarsi e starsene quanto più lontano possibile.
VIA DALLA PAZZA ESTATE. Ma per andare dove, nelle tormentanti giornate ferragostane visto che anche a Napoli, se non in tutta la Campania, il termometro ha superato i 40 gradi e l’anticiclone Caronte non ci ha tolto di dosso la soffocante calura costipata di aria infuocata, dove anche le notti sembravano “cavalcate nel deserto sahariano?”. Via in tutta fretta, nelle ore più deprimenti, per raggiungere refrigerio proprio dove il mare ha incominciato a vivere una “stagione nuova”. In gran parte della costa settentrionale, l’uso che se ne faceva era un azzardo personale per ogni bagnante (invano, però, Raffaele La Capria continuava a ricordarci che quando il mare è sporco, è sempre sporco di uomo…). Se in Italia si rinvenivano oltre 700 rifiuti per ogni 100 metri di costa, in questo tratto, scendendo giù verso Baia Domizia e Castelvolturno, se ne trovavano oltre 800 (con la nostra regione al primo posto nella poco invidiabile classifica della pulizia). L’ambiente mare ha incominciato a cambiare aspetto soltanto da quando i cittadini utenti si sono ribellati e in prima persona, a gruppi organizzati, hanno rimosso enormi quantità di immondizie: una straordinaria lezione di operatività per dirigenti comunali dormienti. Da qui, e da Pozzuoli, si è incominciato a vedere bandiere blu prima del tutto sconosciute.
LE TRE ISOLE. La prima difesa comincia dalla zona flegrea. Difficile ma non impossibile il controllo di imbarchi e sbarchi “clandestini”, soprattutto con destinazione Procida che continua a fruire della qualificante notorietà conseguita col titolo di “Città della Cultura”. Sempre più necessario vigilare su ogni tipo di traffico. Il porto di Pozzuoli è punto nevralgico per legalità e produttività degli scambi. Ischia ha cercato di organizzare meglio arrivi e partenze in modo da prevenire contrattempi e incidenti che pesano sulla qualità dell’offerta turistica. Anni orsono, si pensò di fare delle 3 isole un’unica provincia. Il progetto si arenò perché ognuna voleva essere la “città capoluogo”. Meglio allora ciascuna per conto suo. Così Capri deve vedersela da sola per il rispetto dei Faraglioni. Dopo la “bravata” di Mirko Avellino che sfreccia tra i Faraglioni “dentro e fuori” postando orgogliosamente la foto sui social, sono nati, con tanto di tariffa, i pirati del “chiaro di luna”. Il trasgressore è un consigliere caprese con delega proprio al demanio marittimo. La violazione da lui compiuta? Imperturbabile risposta: è vita privata, non debbo dar conto a nessuno. Più accorto il sindaco di Anacapri Franco Cerrotta: pone un campo di boe in difesa della Grotta Azzurra.
DA BAGNOLI AL MOLOSIGLIO. Chilometri di costa per troppo tempo abbandonati. Qualche inversione di tendenza non è mancata. La famosa colmata decisiva per l’Italsider, viene vista ora come una auspicata, possibile spiaggia. Così oggetto di manutenzione tutti i tratti litoranei di libero accesso con le scogliere: quelle di prima, e i nuovi “baffi”, poste a protezione dalle mareggiate. Un’estate diversa, si potrebbe dire: per l’area flegrea, dal largo Sermoneta alle rotonde Diaz, piazza Vittoria e Colonna Spezzata, Santa Lucia. Tutto un grande mare più a portata di mano per tutti. Anche i mappatella beach si è tentato di renderli meno confusionari e più organizzati per farne luoghi con mare e sole meglio utilizzabili per la collettività. Quanto al Molosiglio, apprezzabile il riordino di giardini, con piante e aiuole, antistanti il Circolo dei Canottieri.
DA SAN GIORGIO A CASTELLAMMARE. Il Vesuvio, al di là delle ferite incendiarie che l’hanno funestato, puo’ essere contento. Sotto i suoi occhi maggior rispetto per il mare. A Villa Bruno, presente il prefetto napoletano Michele Di Bari, 4 sindaci hanno sottoscritto un patto educativo a favore delle cittadinanze rappresentate. A Portici si festeggia il parco a mare e il sindaco Cuomo: “E’ il mio sogno fin da bambino”. A Ercolano si ripulisce la spiaggia libera della Favorita e il sindaco Buonaiuto: “Via i violenti dal nostro mare”. A Torre del Greco il sindaco Mennella pensa alla Torre di Bassano e a come farne il centro di nuova attrazione non solo durante l’estate. Episodio di grande rilievo resta il ritorno dei bagni sul lungomare di Castellammare. Erano interdetti da 51 anni, dal colera del 1973.Legittima la soddisfazione del neo sindaco Gigi Vicinanza perché, come si è visto, tornano i tuffi e le nuotate dove prima galleggiavano pomodori marciti. Dice ora il sindaco: ”L’arenile è a disposizione di tutti il che non vuol dire che non è di nessuno, un robot pulirà la spiaggia ogni giorno”.
DIO DEL MARE. Per i greci era Poseidone, per i romani Nettuno. La mitologia si è sempre affannata a stabilire chi dei due aveva più potere. Per noi nessun imbarazzo: il più potente è il mare stesso con i suoi ritmi, con le vicende autogenerate e mai interrotte della sua e nostra storia.