Da destra a sinistra:
chi ha cambiato casacca

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Quello che dicono i politici vale solo nel momento in cui lo dicono”: sembra un paradosso destinato a contraddire se stesso proprio perché coniato da uno storico esponente di partito, l’ex Quello che dicono i politici vale solo nel momento in cui lo dicono”: sembra un paradosso destinato a contraddire se stesso proprio perché coniato da uno storico esponente di partito, l’ex ministro Dc Fiorentino Sullo. Eppure questo è e rimane l’unico vero inossidabile caposaldo della politica. Lo era negli anni della grande Dc, lo è ancora oggi nell’era dello scilipotismo. Insomma, in cinque anni si può dire e fare tutto e il contrario di tutto. In politica sono un’eternità. E a sottolinearlo è anche la storia di tanti esponenti che si affacciano alle prossime regionali. Quella del consigliere uscente Giuseppe Maisto è significativa. Come molti ricorderanno l’ex Udeur nel 2010 si ripresentò alle elezioni nella lista di Alleanza Per l’Italia a sostegno del candidato governatore Vincenzo De Luca. E proprio il sindaco di Salerno gli spalancò, con le sue dimissioni, le porte del parlamentino campano. Riguadagnò così, da primo dei non eletti, lo scranno regionale e, appena pochi mesi dopo, lanciò in conferenza stampa la sua candidatura al ruolo, lasciato vacante da De Luca, di capo dell’opposizione. In quei giorni non molti avrebbero immaginato quello che sarebbe avvenuto due anni più tardi. Era il marzo del 2012 quando il leader del Gruppo Federato “Caldoro Presidente” Gennaro Salvatore annunciò l’adesione alla squadra di centrodestra di un altro consigliere regionale. Si sa: “quello che dicono i politici vale solo nel momento in cui lo dicono”. Così Maisto da “mancato” capo dell’opposizione divenne strenuo difensore del lavoro del governatore in carica. E con lo stesso schieramento oggi dovrebbe riproporsi alle regionali. La sfida è quella di cinque anni fa, De Luca contro Caldoro, quello che cambia per lui è solo la maglia. Vicenda analoga è quella di Giuseppe Galasso, l’ex sindaco di Avellino che negli anni più bui del centrosinistra – tra lo strappo di De Mita e le sconfitte alle provinciali – si fece baluardo del Pd riconquistando il Comune al ballottaggio del 2009 con oltre il 61% dei consensi, unico successo democratico in Campania tra tanti disastri. Anni difficili per il Pd che perse le successive regionali con De Luca ma anche per Galasso che, nonostante la vittoria, divenne bersaglio di fuoco amico e terminò anticipatamente il mandato nel 2012. Voleva un posto in Parlamento ma le primarie avellinesi non glielo diedero. Così si consumò lo strappo. Alle successive amministrative del 2013 si fece promotore di una lista civica a sostegno del candidato di centrodestra Nicola Battista. E proprio col Pdl a maggio si presenterà alle Regionali, sponsorizzato dal senatore irpino Cosimo Sibilia. Che dire poi di quelli che hanno fatto il percorso inverso? Si prenda ad esempio Arturo Iannaccone, ex assessore e leader regionale del Ccd, poi diventato Udc, negli anni di Antonio Rastrelli. Una vita, o meglio, una seconda vita – dopo quella in Dc – spesa nel centrodestra. Quando Follini decise di aderire al Pd, lui che era segretario regionale di Italia di Mezzo ne prese le distanze. Preferì l’alleanza con Berlusconi, e così aderì a Mpa con cui divenne parlamentare, poi fondò Noi Sud di cui fu segretario nazionale. Fino alle scorse politiche. Dopo la non ricandidatura, l’ex deputato ritenne sciolto il vincolo col centrodestra e cambiò rotta: scelse prima di appoggiare la battaglia dell’amico democratico Enzo De Luca al Senato, poi alle amministrative quella dell’attuale sindaco di Avellino Paolo Foti del Pd. Accade così che oggi anche lui si ritrovi, in qualità di leader di Campania in rete, al tavolo della coalizione che sostiene il sindaco di Salerno. Un tavolo ampio a cui siede un altro ex grande elettore di Caldoro, Michele Pisacane. Anche la sua storia è ricca di bivi e di svolte. Eletto consigliere regionale nel 2005, passò nel 2007 all’Udc guadagnandosi la promozione al parlamento. Alle regionali nel 2010 con lo scudocrociato riuscì nell’incredibile impresa di far eleggere l’allora “sconosciuta” moglie Annalisa Vessella, aggiungendo nei manifesti elettorali il cognome Pisacane. Poi nello stesso anno lasciò l’Udc e insieme a Saverio Romano e ad altri parlamentari diede vita ai “Popolari per l’Italia di domani” con l’intento di tenere inpiedi il governo Berlusconi. Il ritorno al centrosinistra è cosa recente. Con Centro Democratico, di cui oggi è coordinatore regionale, proverà a riconfermare il successo elettorale della consorte, stavolta però dalla trincea opposta, quella di Vincenzo De Luca. Dalla sua il sindaco di Salerno avrà anche altri esponenti del centrodestra che fu. Uno di questi è l’ex senatore Udeur, Tommaso Barbato, quello dello sputò al collega Cusumano in occasione del voto di sfiducia a Prodi, oggi in area Pd. Un altro potrebbe essere il sindacodi Pontecagnano Ernesto Sica, ex Margherita poi approdato alla corte di Berlusconi e noto per essere stato protagonista cinque anni fa del dossieraggio anti Caldoro. Col suo gruppo aveva già espresso la volontà di sostenere Andrea Cozzolino alle Primarie: potrebbe ufficializzare il definitivo passaggio in occasione delle Regionali. Lo stesso potrebbe fare Paola Raia, consigliera regionale eletta col Pdl, oggi anima critica del centrodestra in Forza Campania, che già in passato è stata vicinissima all’ex assessore della Giunta Bassolino. Del flirt del consigliere della Destra Carlo Aveta con De Luca si è già detto tanto. Più sorprendente, infine, potrebbe essere il sostegno al candidatodi centrosinistra da parte dell’ex capogruppo Enzo Rivellini. I Popolari per l’Italia di Mario Mauro, di cui fa parte, sembrano andare in quella direzione. Se sarà così Caldoro potrebbe perdere anche l’appoggio di un suo attuale assessore, Bianca D’Angelo, compagna dello ex parlamentare europeo.