“La cultura evoca il termine capitale anche nell’altro significato di questa parola: la cultura è un capitale. Un capitale da valorizzare e da investire. Lo è come somma delle espressioni dell’ingegno umano. Lo è nell’eredità lasciata dai millenni nei paesaggi di luoghi incantevoli quanto questa nostra isola stupenda”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia inaugurale di “Procida capitale italiana della cultura 2022”. Sono quasi le 20 e le sue parole giungono forti da Terra Murata quando la festa nella piccola isola campana è già iniziata da diverse ore con spettacoli in piazza e una parata che ancora sfila per le vie cittadine. Davanti a lui ci sono il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il Ministro della Cultura Dario Franceschini, il presidente della Regione Vincenzo De Luca, il sindaco di Procida Raimondo Ambrosino, il sindaco della Città Metropolitana Gaetano Manfredi, il direttore di Procida Capitale della Cultura 2022 Agostino Riitano e tante altre personalità.
“Abbiamo il pensiero al dopo pandemia e siamo impegnati nella storica opportunità di un decisivo programma di rilancio dell’Italia per rendere il suo sistema più moderno ed efficiente” dice Mattarella che ricorda: “Il nostro Paese riuscirà a raggiungere i traguardi che si è dato soltanto se il Meridione tornerà a crescere in modo equilibrato, nel segno di una forte innovazione e di una ritrovata coesione”.
Il presidente nel corso del suo intervento tocca anche i temi del conflitto in atto in Ucraina e quindi della pace. “Siamo travolti – dice il presidente della Repubblica – da immagini che pensavamo aver consegnato per sempre all’archivio degli orrori non ripetibili nel nostro continente. Invece altro sangue innocente, altre vite spezzate, altri crimini spietati stanno nuovamente popolando gli abissi della disumanità”. La prima carica dello Stato condanna la brutalità delle violenze e della guerra, osserva che “l’aggressione compiuta contro l’Ucraina, contro la libertà e la stessa vita dei suoi cittadini”, da parte del governo russo, “costituisce una ferita che colpisce la coscienza di ciascuno e la responsabilità degli Stati”. Ma proprio per questo motivo Mattarella, facendo perno sul coraggio della speranza, sottolinea come ora l’Europa deve dimostrare compattezza. “È in gioco il destino dell’intera Europa, che si trova a un bivio tra una regressione della sua storia e la sua capacità di sopravvivere ai mali del proprio passato, e di superarli definitivamente”.
Molti prima di lui avevano ricordato il conflitto in corso, come De Luca. “Lo slogan è: la cultura non isola – aveva detto il governatore – Ma è anche un’occasione per il rilancio dell’economia turistica di cui la Regione ha bisogno. Secoli di cultura e storia sono la testimonianza della capacità di apertura e comprensione e questo vorremmo fosse il messaggio più importante che vorremmo arrivasse da questa piccola isola all’Europa intera insanguinata da una guerra atroce”.
Ad aprire gli interventi era stato il sindaco Ambrosino, che aveva ricordato il difficile percorso che ha portato al riconoscimento per Procida di Capitale italiana della Cultura 2022. Poi al microfono si erano alternati gli altri rappresentanti istituzionali.
“Per la prima volta non vince una città capoluogo ma una piccola comunità, è un’isola a vincere, un’isola che ha dimostrato una cosa molto semplice. La bellezza di Procida è fuori e dentro” aveva detto Franceschini.
Il Presidente della Camera Roberto Fico aveva ricordato i suoi trascorsi procidani: “Ho un rapporto molto intenso con Procida, da sempre, da quando venivo qui con i miei genitori. È stata sempre la mia isola, è un po’ l’isola dell’anima”.
“La cultura è lo strumento migliore per riattivare le connessioni sociali – aveva sottolineato il sindaco Manfredi – In un momento così difficile per le sorti della Pace nel mondo, dobbiamo guardare al futuro con rinnovata speranza”.
E di speranza aveva parlato Giovanni D’Antonio, diciottenne campano classificatosi primo in Europa, e quarto al mondo, tra i migliori studenti di filosofia, anche lui al microfono.
A spiegare la sfida di Procida era stato invece il direttore Riitano: “Abbiamo coniato uno slogan ‘La cultura non isola’ prima della pandemia divenuto poi popolare ed oggi, in concomitanza con la guerra in Ucraina, diventato ancor più simbolico perché proprio con la cultura dobbiamo creare legami, accoglienze e ponti”.
Con questa cerimonia inizia ora un cartellone di 150 eventi che vedranno il coinvolgimento di 350 artisti di 45 Paesi. Il programma entrerà nel vivo con gli eventi della settimana Santa tra cui la Processione dei Misteri del venerdi’ che torna dopo due anni di stop per la pandemia. Le parole chiave che ispireranno il programma saranno legami, co-creazione, dimensione internazionale, inclusione ed ecosostenibilità e con la logica delle 6 “i”: Procida include, insegna, impara, ispira, inventa, innova. Tra gli eventi in programma laboratori, concerti, mostre, itinerari e percorsi, scuole per bambini ed adulti ed ancora un festival letterario, festival di teatro e arti performative, un laboratorio di citizen science, installazione sonore, uscite in barca a vela e battute di pesca ed una mostra del maestro Mimmo Jodice.