Quali sono le ricadute economiche, urbanistiche e sociali di tali iniziative? E cosa resta quando i riflettori si Quali sono le ricadute economiche, urbanistiche e sociali di tali iniziative? E cosa resta quando i riflettori si spostano altrove? Se ne discute in convegno venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre a Napoli (nella Sala del Capitolo del Convento di San Domenico Maggiore, a partire dalle 10.30), in un incontro aperto con urbanisti di fama internazionale, project manager e un’importante testimonianza dal Medioriente. Nel corso del convegno si discuterà dei casi passati e delle candidature attuali con l’obiettivo di individuarne gli effetti, in termini di rigenerazione urbana, sociale e culturale. L’iniziativa è organizzata da Cidac – Associazione Città d’Arte e Cultura, e prodotta dal Forum Universale delle culture. Intervengono: Gaetano Daniele, (Assessore alla Cultura e al Turismo, Comune di Napoli); Daniele Pitteri (Commissario Fondazione Forum), Stefano Boeri (architetto e docente di urbanistica del Politecnico di Milano); Ledo Prato, (Segretario Generale CIDAC); Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Mauro Felicori, (Direttore Bologna 2000); Nadia Carboni (Project Manager Ravenna 2019); Enrica Puggioni, (Assessore alla Cultura di Cagliari, Cagliari-Sardegna 2019); Bruno Valentini (Sindaco di Siena, Siena 2019); Hayet Guettat-Guermazi (Direttore del Culture Sector ALECSO Arab League Educational, Cultural and Scientific Organization); Mireia Belil, Direttore Generale della Fondació Fòrum Universal de les Cultures, Barcellona; Beatriz Garcia, (Coordinatore della ricerca: Politica e impatto della cultura Istituto per la Capitale della Cultura, Liverpool); Maurizio Carta (architetto e docente di urbanistica dell’Università di Palermo); Carlos Martins, (Direttore Guimaraes 2012); Lucio Argano (Project Manager Perugia 2019); Paolo Verri (Direttore Matera 2019, appena designata Capitale Europea della Cultura); Marina Vryonidou, (Paphos 2017); Hamad Almuhannadi, Capo dipartimento del Patrimonio, Ministero della Cultura del Qatar, Doha 2010; Paolo Perrone, (Sindaco di Lecce), Lecce 2019. “Le Città che si sono aggiudicate il titolo di Capitale Europea della Cultura si sono collocate sulla frontiera dell’innovazione – spiega Ledo Prato – anticipando e stimolando nuove visioni della dimensione urbana. Esse infatti hanno rinunciato a realizzare opere autoreferenziali sia in ambito culturale che nella riqualificazione urbana, grazie ad una regia unica ed una visione strategica. Così gli interventi realizzati in occasione del riconoscimento a Capitale Europea della Cultura sono stati progettati per assolvere a diverse necessità coniugando, in un dialogo con le comunità, bisogni e desideri. Il risultato: città più accoglienti e competitive. Rappresentano quindi un modello virtuoso per l’Europa”. Italia 2019 Nel 2019 l’Italia, come la Bulgaria, avrà la Capitale Europea della Cultura. Ledo Prato racconterà come il nostro Paese si prepara a questo appuntamento e in particolare illustrerà il programma Italia 2019. “Il Programma/Progetto Italia 2019 – dichiara – si colloca “a valle” del processo che ha portato molte città italiane a presentare la propria candidatura, secondo quanto previsto dal bando pubblicato dal Ministero per i beni e le attività culturali. I “dossier di candidatura” sono stati predisposti tenendo conto delle linee guida indicate dalle autorità europee” . Il programma ha dato origine a una legge (29 luglio 2014, n. 106) in base alla quale valorizzare “attraverso forme di collaborazione tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali, il patrimonio progettuale dei dossier di candidatura a «Capitale Europea della Cultura 2019» delle città. Il «Programma Italia 2019» individua, per ciascuna delle azioni proposte, l’adeguata copertura finanziaria, anche attraverso il ricorso alle risorse previste dai programmi comunitari per il periodo 2014-2020.