Cultura, artisti e registi mobilitati: Risorse Fsc fondamentali per il settore

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Il mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte di Napoli e della Campania si è ritrovato oggi al teatro Sannazaro in occasione della manifestazione promossa dalla Regione Campania per chiedere che il Governo sblocchi i fondi di sviluppo e coesione. Tanti i volti noti in sala, tra cui, solo per citarne alcuni, Marisa Laurito, Patrizio Rispo, Ruggero Cappuccio, il patron del Giffoni, Claudio Gubitosi. Con loro anche le sigle sindacali di Uil e Cgil.

“Siamo qui oggi per testimoniare che questi fondi di sviluppo e coesione sono un nostro diritto – ha detto Laurito – li dobbiamo avere perché sono necessari per far vivere le moltissime famiglie che lavorano nelle piccole e medie imprese del mondo della cultura. Non sono una carità, ma un diritto e dunque ce li devono dare”. L’allarme lanciato dal mondo della cultura campana e napoletana riguarda il fatto che, senza l’assegnazione delle risorse al governo regionale, sono a rischio numerose attività e di conseguenza posti di lavoro. Tra le realtà culturali che già da diverse settimane hanno posto l’accento su questo pericolo anche il Giffoni Festival.

“Siamo qui per chiedere il diritto a continuare – ha affermato il patron Gubitosi – noi oggi non siamo qui per De Luca, ma con De Luca, con il nostro presidente che sta facendo una battaglia democratica e civile in cui chiede al Governo di avere quello che deve avere. Quella della cultura campana è una grande industria e Giffoni è una realtà conosciuta a livello internazionale e quello che si fa è patrimonio dell’Italia e del mondo”. Un mondo quello della cultura, dell’arte e dello spettacolo che – come è stato più volte evidenziato nel corso dell’iniziativa – ha già sofferto durante la pandemia.

“Dopo il covid – ha evidenziato Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania – le mancate risorse dei fondi sviluppo e coesione rischiano di essere un ulteriore problema per una categoria di lavoratori che è già fragile. Noi siamo qui, così come ieri a Roma, a tutela del lavoro e della cultura: non possiamo voltarci dall’altra parte”.