Crollo della sterlina sui mercati asiatici (770 pip contro l’USD)

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Il punto della mattinata. In Asia, in avvio di seduta la sterlina è crollata di 770 pip contro l’USD, ossia del 6,15%, raggiungendo il livello minimo dal marzo del 1985. Il crollo lampo (il cosiddetto “flash crash”) ha spinto la valuta fino a un minimo di 1,1841 USD, poi la divisa è rimbalzata sopra la soglia a 1,24. Circolano molte voci sulle motivazioni del crollo e su ciò che ha innescato un’ondata di ordini di stop loss: alcuni parlano di errore umano (cosiddetto “fat finger”), altri di un errore dovuto al sistema di negoziazioni basato sugli algoritmi. La scarsa volatilità non è stata certo d’aiuto. Volatilità destinata ad aumentare, in giornata, soprattutto con la pubblicazione dei dati Non-farm payroll Usa. In proposito è il caso di ricordare che le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 30 settembre si sono attestate a 249 mila unità, inferiori alle attese (257 mila) e al dato rilevato la settimana precedente (254 mila). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,058 milioni, inferiore ai 2,090 milioni attesi.

Ad ogni modo, questo lo scenario sui mercati che si presenta stamane.

Il Ftse Italia All-Share segna +0.32%, Ftse All-Share Capped +0.32%, Ftse Mib +0.38%, Ftse Italia Mid Cap -0.24%, Ftse Italia Small Cap +0.23%, Ftse Italia Star -0.02%, Ftse Aim Italia +0.05%.

Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,3%, il Cac40 di Parigi lo 0,5% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,4%. Sopra la parità il Ftse100 di Londra (+0,3%)

Sul fronte macro, ad agosto in Germania la produzione industriale fa meglio del previsto: l’Ufficio di Statistica Destatis ha indicato un incremento pari al 2,5% rispetto al mese precedente. Il dato e’ risultato nettamente superiore alle attese degli analisti che avevano stimato un incremento più modesto pari allo 0,8%. Il dato precedente era risultato pari al -1,5%.

In Francia l’Insee ha reso noto che la produzione industriale nel mese di agosto è cresciuta del 2,1% rispetto al mese precedente, dopo il calo dello 0,5% a luglio. Gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,7% del valore della produzione. Nel mese di luglio in Francia la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 4,3 miliardi di euro, stabile rispetto alla rilevazione precedente. Le esportazioni sono cresciute a 38,1 miliardi di euro da 37,3 mld di euro mentre le importazioni si sono attestate a 42,3 mld dai 41,6 mld di euro del mese precedente.
L’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo ha comunicato che la produzione industriale in Spagna in agosto (stima provvisoria) è cresciuta del 4% rispetto allo stesso periodo del 2015 dal +0,4% a/a registrato a luglio. Gli analisti avevano stimato un incremento della produzione industriale dello 0,9% su base annuale. Sul fronte societario forti acquisti sul comparto minerario.Tra i singoli titoli E.On +3%. Il fondo attivista Cevian potrebbe acquistare una quota (fino al 10% del capitale) nell’utility tedesca. Lo scrive il quotidiano Rheinische Post.
Euro in ribasso contro dollaro, tocca il minimo dal 10 agosto a 1,1104.

Obbligazionario eurozona in flessione. Il rendimento del Bund decennale sale di 2 bp a +0,02%, quello del BTP sale di 3 bp all’1,44% (+2 bp per il Bono all’1,05%). Lo spread sale di 1 bp a 142.

Bancari sopra la parità: indice FTSE Italia Banche +0,4%, EURO STOXX Banks +0,2%. Deutsche Bank (+1,6%) in rialzo su indiscrezioni di stampa secondo cui i principali gruppi industriali tedeschi, probabilmente sollecitati dal governo, sono pronti a soccorrere il colosso del credito teutonico e sottoscrivere un eventuale aumento di capitale per far fronte alla multa USA.

Future sugli indici azionari americani in ribasso dello 0,3% circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,05%, Nasdaq Composite -0,17%, Dow Jones Industrial -0,07%.

Tokyo in lieve calo con il Nikkei 225 che chiude a -0,23%. Borse cinesi in flessione: al momento l’indice Hang Seng di Hong Kong segna -0,6% circa. Shanghai e Shenzhen sono rimaste chiuse per festività per tutta la settimana.

Borse asiatiche

Sui mercati dell’Asia gli scambi sono in declino. A spingere le vendite sono soprattutto i corsi valutari, dopo che la sterlina è scivolata a sorpresa fino ai minimi degli ultimi 30 anni sui timori degli effetti della Brexit. In Asia la valuta ha toccato un deprezzamento sul dollaro dell’1,40% (dopo avere perso giovedì fino al 9%) mentre da parte sua la moneta Usa resta stabile (il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre principali valute, segna la quinta seduta consecutiva di guadagni, striscia più lunga negli ultimi cinque mesi). Lo yen è però in moderato progresso sul dollaro.

Gli operatori temono il ripetersi di quanto accaduto il 24 giugno scorso, con il sell-off abbattutosi sui mercati globali all’indomani del voto favorevole all’uscita da Londra dalla Ue nel referendum britannico. Il risultato è un declino per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che sostanzialmente cancella i guadagni registrati nell’ottava. A Tokyo, il Nikkei 225 limita le perdite allo 0,27% (fa leggermente peggio l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,37%). Sul fronte macroeconomico da segnalare che, secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, il dato preliminare relativo ad agosto dell’indice anticipatore del Giappone segna un progresso a 101,2 punti dai 100,0 punti di luglio. Il dato è inferiore ai 101,7 punti del consensus ma si tratta comunque della migliore lettura dai 101,5 punti segnati nel novembre 2015.

Shanghai e Shenzhen rimangono ancora chiuse per l’ultima giornata della settimana di celebrazione del Guóqìng jie, la festa nazionale che ricorda la fondazione della Repubblica popolare cinese il 1° ottobre 1949, mentre Hong Kong scambia e l’Hang Seng è in declino di circa mezzo punto percentuale. Fa meglio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in flessione di circa lo 0,30% a meno di due ore dalla chiusura.

Sul fronte delle materie prime, l’oro resta ai minimi di quattro mesi (nell’ottava si è deprezzato di quasi il 5%) e il rafforzamento del dollaro si è sentito anche sui corsi dei metalli di base (rame, nichel e piombo hanno tutti perso oltre il 2% in settimana). Il petrolio è poco mosso ma resta stabilmente sopra i 50 dollari al barile dopo che giovedì l’Opec e Alexander Novak, ministro dell’Energia di Mosca, hanno annunciato un incontro informale a Istanbul per settimana prossima per tornare a discutere di un limite alla produzione di greggio. All’incontro dovrebbero partecipare oltre alla Russia i ministri dell’Energia dei Paesi membri dell’Opec Arabia Saudita, Iran e Iraq.

Teheran, in particolare, aveva chiesto agli altri Paesi produttori di unirsi al dialogo dopo che a sorpresa settimana scorsa l’Opec aveva annunciato un accordo per mettere un tetto all’output di greggio (per la prima volta dal 2008). A Sydney la seduta è contrastata per i titoli legati alle materie prime ma a prevalere sono le vendite e l’S&P ASX 200 si allinea al clima generale segnando un declino dello 0,28% in chiusura. A Seoul il Kospi perde invece lo 0,61% al termine delle contrattazioni.

Borsa Usa

La Borsa di New York ha chiuso la seduta poco mossa alla vigilia della pubblicazione dei dati sull’occupazione. Il Dow Jones ha perso lo 0,07% e il Nasdaq Composite lo 0,17%. Sopra la parità l’S&P 500 (+0,05%).

I dati macro attesi oggi
Venerdì 7 Ottobre 2016

USA Riunione annuale Banca Mondiale e FMI (7-9 ottobre);

CINA Mercati chiusi per festività (Shanghai);

07:00 GIA Indice anticipatore ago;

08:00 GER Produzione industriale ago;

08:45 FRA Produzione industriale ago;

08:45 FRA Bilancia commerciale ago;

09:00 SPA Produzione industriale ago;

09:30 GB Indice Halifax (prezzi abitazioni) set;

10:30 GB Produzione industriale/manifatturiera ago;

10:30 GB Bilancia commerciale ago;

14:30 USA Nuovi occupati set;

14:30 USA Tasso di disoccupazione set;

16:00 USA Scorte e vendite all’ingrosso ago;

16:30 USA Intervento Fischer (FOMC, Fed);

18:45 USA Intervento Mester (FOMC, Fed);

21:00 USA Intervento George (FOMC, Fed);

22:00 USA Intervento Brainard (FOMC, Fed).