A cura di Antonio Arricale Il presidente russo Vladimir Putin è a Milano per partecipare ai colloqui di pace con il suo omologo ucraino A cura di Antonio Arricale Il presidente russo Vladimir Putin è a Milano per partecipare ai colloqui di pace con il suo omologo ucraino Petro Poroshenko e risolvere i problemi per la fornitura di gas all’Europa, legati al rischio di deviazione per uso domestico che l’Ucraina potrebbe attivare. Dopo aver saltato la prima parte del vertice Asem per aver presenziato ad una parata militare in Serbia, Putin ha incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel. La cancelliera e l’Unione europea hanno accusato Putin di non far rientrare la crisi, fornendo ai ribelli filo-russi denaro, armi e combattenti, da quando la Russia ha annesso la penisola ucraina di Crimea, lo scorso marzo. Putin, accompagnato dall’amministratore delegato di Gazprom, Alexey Miller, si è detto preoccupato perché l’Ucraina può rubare il gas russo diretto a mercati europei: “L’Ucraina sta iniziando a dirottare il nostro gas dalla rete di gasdotti di esportazione e noi risponderemo riducendo i flussi per il quantitativo spillato”, ha detto. Ma non è solo la crisi russo-ucraina a preoccupare governi e operatori economici. Anzi, l’attenzione maggiore, al momento, è rivolta soprattutto alla crisi economica riesplosa in tutta evidenza negli ultimi giorni. “La verità vera è che la ripresa è molto debole, molto fragile e qualcosa deve accadere”, ha dichiarato Martin Van Vliet, economista presso ING Groep ad Amsterdam. La sensazione è l’area euro sia diventata l’epicentro di una disfatta globale dei mercati finanziari dal momento che gli investitori temono che il mix tossico di crescita debole e deflazione oramai alle porte possa diventare la norma anche da altre parti. E ciò ancor più perché cominciano a pensare che le Banche Centrali siano a corto di soluzioni. Un clima avvalorato anche dalla considerazione che il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi non sembrano intendersi sulle politiche da adottare per favorire un rilancio economico della zona euro in grande stile. Borse asiatiche Borsa nipponica ancora in difficoltà questa mattina con il Nikkei che ha fatto registrare un calo dell’1,4% ed il Topix che ha ceduto l’1,53%. A trascinare al ribasso il listino son stati prevalentemente i titoli del comparto bancario e quelli delle società esportatrici. Mitsubishi UFJ Financial e Sumitomo Mitsui Bank hanno perso il 2% circa. Male anche il comparto auto con Toyota e Nissan in calo di oltre 2,5 punti percentuali. A Singapore (+0,11%) Tiger Airways è crollata ai minimi di sempre a 3 centesimi di dollaro di Singapore. Il vettore low-cost ha perso oltre il 6% del suo valore sul listino di Singapore dopo aver annunciato perdite record che saranno a carico della controllante Singapore Airlines. Contemporaneamente Tiger ha ceduto a un dollaro australiano (68 centesimi di euro) il 40% di Tiger Australia a Virgin Australia (che già controllava il 60% della joint venture). Tra le altre principali piazze azionarie asiatiche Shanghai arretra dello 0,7%, Seul ha chiuso in calo dello 0,95% mentre Hong Kong si muove in territorio positivo (+0,3%). Graficamente per quanto concerne il Nikkei notiamo come si stia complicando il quadro grafico di medio termine: se infatti nel breve resta possibile una reazione che permetta di allentare le tensioni sui principali oscillatori, ampliando l’orizzonte temporale emerge in maniera prepotente la costruzione di un ampio doppio massimo in area 16300 che potrebbe avere conseguenze rilevanti sul futuro dei corsi. La base di tale configurazione è posta sui 13885 punti, livello che assume dunque rilevanza strategica. La violazione di tale riferimento introdurrebbe una correzione profonda del rialzo degli ultimi due anni, proiettando target a 12350 e 11400 circa. Reazioni nell’immediato fino a 15300/15400 non modificherebbero una struttura saldamente orientata al ribasso. Solo oltre 15400 le tensioni si allenterebbero per gli obiettivi a 15850 e 16000 circa. Borsa Usa A New York i principali indici azionari hanno chiuso la seduta poco mossi. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno lo 0,16%, mentre l’S&P500 e il Nasdaq Composite hanno guadagnato rispettivamente lo 0,01% e lo 0,05%. James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, ha detto che l’allentamento quantitativo potrebbe durare più a lungo del previsto a causa della volatilità dei mercati e della bassa inflazione. La notizia e qualche dato macroeconomico incoraggiante hanno limitato l’effetto dei timori di un rallentamento della crescita mondiale. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 10 ottobre si sono attestate a 264 mila unità, inferiori alle attese degli analisti pari a 290 mila unità e al di sotto del dato rilevato la settimana precedente (287 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,389 milioni, superiore ai 2,380 milioni attesi. Nel mese di settembre la Produzione Industriale ha evidenziato un incremento dell’1% rispetto al mese precedente. Il dato e’ risultato superiore alle stime degli addetti ai lavori (+0,4%). Il tao di utilizzo della capacita’ produttiva si e’ attestato al 79,3%, di poco superiore alla rilevazione precedente (78,7%). La Federal Reserve di Philadelphia ha reso noto che il proprio Indice, che monitssora l’andamento dell’attivita’ manifatturiera dell’area di Philadelphia, si e’ attestato nel mese di ottobre a 20,7 punti dai 22,5 punti di settembre, risultando superiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore dell’indice di 20 punti. L’Indice del Mercato Immobiliare NAHB si è attestato nel mese di ottobre a 54 punti. Il dato risulta inferiore alle attese degli analisti e alla rilevazione precedente entrambe fissate su un indice pari a 59 punti. Sul fronte societario Mattel -3,01%. Il colosso dei giocattoli ha chiuso il terzo trimestre con un utile di 331,8 milioni di dollari (0,97 dollari per azione), in calo rispetto ai 422,8 milioni dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono diminuiti a 2,021 miliardi da 2,207 miliardi. Europa Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana sopra la parità. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,54%, il Cac40 di Parigi lo 0,34%, il Ftse100 di Londra lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,58%. Accor +2%. Il gruppo alberghiero ha chiuso il terzo trimestre con un giro d’affari di 1,459 miliardi di euro, in crescita del 3,3% rispetto ad un anno prima (+4,6% a parità di perimetro e cambi). La società ha confermato per l’intero esercizio la stima di utile operativo a 575-595 milioni. Rolls-Royce -7%. Il gruppo britannico di engineering, il cui business principale sono i motori per aerei, ha annunciato a sorpresa che il declino dell’economia in Europa e le sanzioni alla Russia per la crisi ucraina hanno portato al rinvio, o alla ca ncellazione, di diversi ordinativi, in particolare nelle divisioni Nuclear & Energy e Power Systems. In conseguenza di ciò, Rolls-Royce ha rivisto al ribasso le stime per i ricavi underlying 2014, attesi in declino del 3,5-4% rispetto al 2013, contro un outlook precedente per dati sostanzialmente invariati. Faurecia +4%. I ricavi del produttore di componenti per auto nello scorso trimestre sono cresciuti del 6,5% a 4,39 miliardi di euro. Société Générale ha alzato il rating sul titolo a buy da hold. Italia Borsa italiana rimbalza, Ftse Mib +1,55%. Bancari protagonisti. Il Ftse Mib segna +1,55%, il Ftse Italia All-Share +1,58%, il Ftse Italia Mid Cap +1,86%, il Ftse Italia Star +1,95%. Rimbalzano i bancari: l’indice FTSE Italia Banche segna +2,4% grazie a BP Milano (+4,6%), Mediobanca (+2,9%) e Banca MPS (+3,3%), quest’ultima dopo che la Consob ha vietato le vendite allo scoperto sul titolo per la giornata odierna. Netto recupero anche per WDF (+3,1%) e Autogrill (+4,1%) che sono stati tra i titoli più penalizzati nelle ultime sedute. FCA (+1,9% a 7,0250 euro) guadagna terreno su indiscrezioni di stampa secondo cui, in base a un’informativa dell’AFM (Autoriteit Financiële Markten, autorità per i mercati finanziari olandese), l’ad Sergio Marchionne avrebbe acquistato 6,832 milioni di azioni a 7,73 euro l’una, con un investimento complessivo di 52,8 milioni di euro. Marchionne possiede ora 13,329 milioni di azioni FCA. In base ai dati ACEA a settembre in Europa le vendite di FCA sono salite del 6,1% a/a, contro il +6,4% del mercato. Luxottica (+2,1%) in verde: secondo indiscrezioni di stampa Leonardo Del Vecchio sta convincendo tutti i suoi figli a partecipare all’aumento di capitale di Delfin, la holding che controlla il gruppo di Agordo con il 66,5%.
I dati macro attesi oggi Venerdì 17 ottobre 2014 14:30 USA Licenze edilizie set; 14:30 USA Nuovi cantieri residenziali set; 14:30 USA Intervento Yellen (Fed); 15:55 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) (prelim.) ott.