“Cinquecentomila imprese italiane sono a rischio default e non riescono più a pagare le tasse, con le bollette aumentate quasi del trecento per cento. Oggi, grazie alle recenti leggi approvate nelle sedi istituzionali, esistono strumenti di risoluzione di composizione stragiudiziale che possono essere molto utili alle piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura del tessuto economico italiano. Ma si può fare di più: gli imprenditori stanno vivendo una fase drammatica, dovuta alla pandemia e alla guerra, e c’è bisogno di strumenti validi per supportarli in questa fase”. Lo ha detto l’avvocato Monica Mandico, componente della commissione per la composizione negoziata della crisi d’impresa della Camera di Commercio di Napoli, nel corso del convegno “L’esperto negoziatore della crisi d’impresa”, che si è tenuto presso Confindustria Caserta.
Al centro dei lavori, organizzati dal Centro studi giuridici Concilianet, la figura dell’esperto negoziatore e il nuovo codice della crisi d’impresa che entrerà in vigore il prossimo 15 luglio, con l’obiettivo di scongiurare un boom di procedure concorsuali: “Una figura, quella dell’esperto negoziatore, che è un riferimento per gli imprenditori, perché li segue nella gestione della crisi”, dice Ezio Stellato, presidente del Centro studi fiscalità internazionale di Milano.
Gianfranco Lombardi, direttore Istituto Vendite Giudiziarie della Corte d’Appello di Napoli, parla di “160 milioni di cartelle esattoriali pendenti, tre per ogni cittadino italiano. Un altro dato importante è l’importo sottostante il debito erariale riferito all’Agenzia delle Entrate, che è di circa 1.600 miliardi, quasi l’intero debito pubblico italiano. Un argomento, dunque, molto influente nell’economia reale del Paese”.
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