Crescita, lezioni dalla storia

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La storia è messaggera di memoria. Se non si ripete, fa rima – pare abbiano detto Mark Twain. Negli archivi del Bazar delle Follie è nascosto sotto una pila documenti ormai polverosi la sintesi di un libro bianco redatto nella seconda metà degli anni Settanta da un gruppo di economisti di Cambridge sotto la guida di Nicholas Kaldor e Wynne Godley. In quel documento si denunciava che “le politiche europee non risolveranno mai i problemi delle disparità in materia di disoccupazione esistenti nella Comunità europea”. La sintesi, pubblicata simultaneamente il 17 gennaio 1979 da Il Giorno, The Guardian e Le Matin, è qui parzialmente riprodotta nella versione italiana. Chi desiderasse l’originale, può scrivere all’autore di questo blog.
Sono trascorsi poco meno di quarant’anni da allora. Cos’è cambiato? il divario tra i paesi forti e quelli deboli dell’Unione Europea è sempre fonte di tensione costante, così mettendo a repentaglio la capacità di tenuta dell’Unione.
Nel Bazar delle Follie, al pari di Sisifo, si tenta di spingere il masso della crescita dalla piatta pianura alla cima del monte. Così in alto la politica del Bazar non arriva, e il masso è in costante pericolo di rotolare nuovamente verso la base. Spingere la crescita è un esercizio perdente; ci sono da eliminare i fattori che la limitano. Opera improba nel Bazar.