Credito di imposta e semplificazione: le proposte degli industriali per il Sud

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Rafforzare il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e creare una “task force regionale per la semplificazione”. Queste le principali proposte presentate giovedì 19 gennaio da Confindustria alla commissione Bilancio della Camera nel corso dell’audizione sul Dl Sud e condivise anche da Confindustria Campania.

Sul primo punto gli industriali notano che la legge di Stabilità 2016 ha introdotto il credito di imposta a favore delle imprese che effettuano investimenti nel Mezzogiorno e che sulla base delle prime anticipazioni disponibili, emergerebbe un utilizzo ridotto rispetto alle potenzialità dello strumento. 

Il documento consegnato in commissione riassume le quattro principali criticità legate a tale ridotto utilizzo. 

Base di calcolo penalizzante per le imprese investitrici

“Essendo il beneficio – spiegano gli industriali – calcolato sul costo complessivo dei beni acquisiti al netto degli ammortamenti fiscali dedotti nel periodo di imposta per beni appartenenti alle medesime categorie di quelli oggetto dell’investimento (macchinari, impianti e attrezzature), sia pure con esclusione degli ammortamenti relativi ai beni oggetto dell’agevolazione, la misura penalizza le aziende che stanno già ammortizzando gli investimenti realizzati negli anni precedenti: ciò fa si che la base su cui calcolare l’agevolazione sia ristretta, e di conseguenza l’incentivo meno efficace”.

Livelli di aiuto insufficienti

“La norma varata dalla legge di stabilità del 2016 non utilizza tutto il massimale autorizzato dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale per le regioni meridionali per il periodo 2014-20: per le cinque regioni con deroga 107.3.a (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), il massimale teoricamente utilizzabile è pari al 25% ESL per le grandi imprese, con maggiorazioni del 10% per le medie e del 20% per le piccole imprese.

La norma attualmente in vigore limita, invece, l’aiuto al 10% per le grandi Imprese, al 15% per le medie, e al 20% per le piccole imprese, risultando meno attrattivo di quanto sarebbe teoricamente possibile. Peraltro, questa scelta rende la misura “spiazzata” da altre misure di incentivazione che sfruttano pienamente il massimale concesso”.

Possibilità di cumulo eccessivamente restrittive

“La normativa nazionale, inoltre, prevede il divieto di cumulo del credito d’imposta con gli aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto gli stessi costi. Anche questa disposizione si presenta, nella norma in oggetto, più restrittiva rispetto a quanto concesso dalla normativa comunitaria. La regola comunitaria, infatti, prevede che, in relazione agli stessi costi ammissibili, sia possibile il cumulo tra due misure di aiuto fino all’intensità o all’importo più elevati applicabili da ciascun regolamento che rappresenta la base normativa di ciascuna agevolazione”.

Rischio di non utilizzo dei fondi strutturali

“Un basso livello di tiraggio della misura rischia di vanificare l’opportunità concessa dalla Commissione europea che, per la prima volta, ha autorizzato l’Italia a finanziare parzialmente con fondi strutturali una misura di agevolazione automatica. In particolare, è opportuno ricordare che il collegamento della misura con la Strategia di Specializzazione Intelligente la rende pienamente utilizzabile nell’ambito della nuova programmazione 2014-20”.

Le modifiche al credito di imposta

Per Confindustria “liberare questa importante misura fiscale dagli elementi di freno che al momento la caratterizzano rappresenta, pertanto, uno degli obiettivi per creare condizioni idonee a favorire gli investimenti al Sud”.

Task force semplificazione

Inoltre, per migliorare in modo strutturale l’azione della PA nel Mezzogiorno, Confindustria propone di costituire nelle Regioni in ritardo e in quelle in transizione una task force regionale “coordinata dal Presidente della Regione o da un suo delegato, composta da esperti di elevata professionalità, anche estranei alla pubblica amministrazione e supportata da personale tecnico-amministrativo appartenente ai ruoli della pubblica amministrazione. La task force, che agirebbe in stretto contatto con l’Agenzia per la Coesione e con il Dipartimento della Funzione Pubblica, dovrebbe, da un lato, favorire la collaborazione tra le amministrazioni per far sì che trovino concreta attuazione le recenti misure di semplificazione, a partire dalla nuova disciplina della conferenza di servizi”.

Sistema di segnalazione aperto alle associazioni imprenditoriali

A questa attività si dovrebbe affiancare anche un sistema di segnalazione aperto alle associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale che dovrebbero poter evidenziare alla task force questioni di particolare rilevanza. 

Il provvedimento così integrato, secondo gli industriali, potrebbe anche rendere più robusti e stabili i primi segnali di miglioramento che si sono registrati negli ultimi mesi nell’economia meridionale. 

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ildenaro.it/pdf/Documento%20Confindustria%20su%20Dl%20Sud.pdf