“La cessione dei crediti NPL (Non Performing Loans) costituisce un’area grigia del mercato finanziario che richiede particolare attenzione e vigilanza da parte delle autorità competenti. Occorre intensificare i controlli mirati da parte della Guardia di Finanza e valutare l’opportunità di condurre inchieste sulle vendite di crediti deteriorati da parte di banche e finanziarie a società veicolo, al fine di garantire la tutela del debitore”. A dirlo è l’avvocato Monica Mandico, Cassazionista del Foro di Napoli, titolare dello studio legale Mandico&Partners, componente della Commissione per la nomina di Esperto Negoziatore presso la Camera di Commercio di Napoli e autrice di libri su diritto bancario e finanziario, sovraindebitamento e GDPR.
“In Italia, le società bancarie possono cedere i propri crediti alle cosiddette SPV, società veicolo, causando il recupero del credito a volte speculativo e rendendo impossibile la rinegoziazione del prestito. Le società – evidenzia Mandico – acquistano i crediti a pochi euro e cercano di recuperare l’intero importo del credito ceduto in danno dell’utente bancario insolvente. Il risultato è che il debitore si trova di fronte un nuovo creditore che non esibisce alcun contratto ma pretende di essere pagato attraverso lo strumento dell’asta facile. Questa situazione richiede controlli più stringenti ed una maggiore trasparenza per proteggere i consumatori e garantire una gestione corretta dei crediti NPL”.
Nel suo ultimo volume dal titolo “Cessione del credito bancario deteriorato e tutela del debitore. Tecniche e strategie difensive nel sistema di gestione dei crediti NPL (Non-Performing Loans) e degli UTP (Unlikely To Pay)” (Maggioli Editore), l’avvocato Monica Mandico offre una panoramica esaustiva dell’ambito normativo che regola la gestione dei crediti bancari inesigibili, ponendo in evidenza le criticità e le zone d’ombra che caratterizzano le cessioni dei crediti in sofferenza. In particolare, si sottolinea l’importanza di accertare la titolarità del credito da parte dei soggetti cessionari, considerando che spesso gli accordi di vendita dei crediti avvengono attraverso lo scambio di lettere o pec, anche in territorio estero, al fine di evitare il pagamento di tasse di registrazione elevate.
“Oggi le banche cedono tali crediti a società terze per alleggerire i propri bilanci, ma il contratto di cessione di crediti in blocco non è soggetto a forme particolari per la sua validità, rendendo difficile la prova della cessione da parte del nuovo creditore. Questo meccanismo dei trasferimenti dei crediti non pagati danneggia i consumatori e i debitori in sofferenza, e inficia il mercato, causando trasferimenti multimilionari di crediti senza controlli penetranti sulle operazioni che spesso sfiorano l’evasione fiscale”, spiega Mandico.
La cessione dei crediti insoluti da parte delle banche a società terze, ricorda Mandico, “è stata legalizzata dallo Stato italiano con l’obiettivo di semplificare i trasferimenti, ma ha causato una grave ingiustizia sociale: mentre i cittadini comuni sono soggetti a limiti di prelievo contante dal proprio conto corrente, le cosiddette “società avvoltoio” fanno affari multimilionari acquistando crediti e le sorti di consumatori e imprenditori in difficoltà senza alcun controllo effettivo”.
La gestione dei crediti bancari inesigibili, insomma, “è un sistema a due velocità, in cui le società di recupero crediti sembrano godere di una protezione speciale a discapito dei debitori. La cessione dei crediti NPL non può essere lasciata nell’opacità e nell’arbitrarietà, ma deve essere soggetta a trasparenza e a controlli rigidi, per impedire il riciclaggio di denaro sporco e assicurare la legalità delle operazioni”.