Creare è un colore speciale della motivazione

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Devi farlo

Se hai intenzione di tentare,

fallo fino in fondo.

Non esiste sensazione più bella.

Sarai solo con gli dei e le notti arderanno tra le fiamme.

Fallo, fallo, fallo,

devi farlo fino in fondo.

Fino in fondo,

cavalcherai la vita fino alla risata perfetta,

è l’unica battaglia

giusta che esista.

Charles Bukowski

Si continua a parlare di creatività e questa rappresenta uno degli aspetti di maggior interesse da parte delle imprese, è fattore strategico determinante per la sua sopravvivenza e crescita. La motivazione è chiara: globalizzazione, mondializzazione, internazionalizzazione, apertura dei mercati, competitività, abbattimento degli steccati, ecc. il mondo si è fatto più piccolo, ma i territori percorribili più estesi, più complessi. La necessità delle imprese è di cambiare e mantenere selettivamente, di essere più ricettive rispetto alle evoluzioni in atto e agire con consapevolezza competente. Ma cambiamento, creatività e apprendimento sono interdipendenti. Se comprendiamo ciò che sta accadendo nel mondo abbiamo la possibilità di affrontarlo con maggiore preparazione e creare nuovi equilibri dinamici, in una logica di progresso e cambiare in modo innovativo utile. La creatività è quindi capacità interrogativa prima e operativa poi che consente di ottenere nuove risposte (e nuove domande). E’ un atteggiamento emotivo e mentale caratterizzato da forte motivazione (un’insoddisfazione positiva rispetto allo stato presente) e dalla speranza di potercela fare perché i vincoli non sono insuperabili. E’ un atteggiamento che però nasce da una mancanza, da un bisogno, da un’insoddisfazione dello status quo, che spinge e determina i comportamenti, e la loro tenuta nel tempo. Ciò che caratterizza i processi creativi non è tanto l’idea, quando l’intensità del bisogno (che diventa il “motivo”) che avvia il processo creativo stesso e lo alimenta per realizzare l’atto innovativo utile allo scopo. La motivazione sta all’origine del processo: “Sono predisposto a inventare qualcosa, m’ingegno a farlo nel momento i cui l’esito produrrà un mio vantaggio personale, economico, sociale, d’appartenenza, d’autorealizzazione, o altro.” Quindi i sistemi per crescere hanno bisogno di cambiamento ma il cambiamento ha bisogno di creatività e questa è legata alla motivazione, ma non si può essere motivati perché occorre semplicemente esserlo. Una volta ho assistito a un incontro tra il capo e i collaboratori convocati per una riunione motivazionale. Con aria minacciosa ha detto loro che a”dovevano essere motivati se volevano farcela”, poi soddisfatto, ha chiuso l’incontro convinto di aver fatto bene il suo lavoro. Alcuni sistemi e soggetti hanno lo scopo di far impazzire la gente: “Chiedono e vietano simultaneamente la stessa cosa.” Si vuole che i collaboratori manifestino creatività, iniziativa, cambiamenti, ecc, ma allo stesso tempo si spingono, anche con modalità push, a esser rigorosi (a priori e comunque) del rispetto delle regole, delle norme, delle autorità riconosciute. Si chiede di essere agili e salire sugli alberi, però con l’armatura anziché la tuta da ginnastica. Un altro paradosso è che spesso la tendenza a punire l’errore, è maggiore rispetto alla tendenza a premiare la riuscita, quindi diventa troppo rischioso darsi da fare per cambiare.