Coviello (Cnr-Iriss), il 55 per cento delle case italiane è esposto ad un elevato rischio idrogeologico

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in foto Antonio Coviello

“L’Italia ha il piu’ grande gap di protezione di tutti i Paesi europei profilati all’89%, ovvero 51,8 miliardi di dollari di danni subiti per le calamità naturali, dal 2011 al 2021. Studi scientifici hanno previsto che il cambiamento climatico tagliera’ il Pil italiano pro-capite dello 0,89% nel 2030, del 2,56% nel 2050 e del 7,01% nel 2100”. Lo ha affermato Antonio Coviello, ricercatore-economista del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iriss) e professore di Marketing Assicurativo nell’Universita’ S.O. Benincasa di Napoli. “Il cambiamento climatico sta colpendo soprattutto l’Italia con ondate di caldo e inondazioni sono i principali rischi. Secondo l’European Severe Weather Database, nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono piu’ che quadruplicati da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021. Alluvioni e frane si verificano in Italia piu’ frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale”, ha spiegato Coviello. “Il 78% delle abitazioni italiane e’ esposto ad un rischio alto o medio alto tra rischio idrogeologico e terremoto. In particolare, il 55% delle abitazioni italiane e’ esposto ad elevato rischio idrogeologico, piu’ precisamente il 19% con un rischio alto, il 36% medio-alto, il 33% medio-basso e solo il 12% con un rischio basso”, ha sostenuto Coviello, che ha pubblicato da pochi giorni il volume dal titolo “I rischi catastrofali. Azioni di mitigazione e gestione del rischio” edito nella “Collana di Studi e Ricerche per l’Innovazione” da Cnr Edizioni in open access (scaricabile gratuitamente), scritto unitamente a Renato Somma, ricercatore INGV ed associato Cnr-Iriss, al quale hanno contribuito esperti e ricercatori italiani di varie afferenze e competenze, la cui prefazione e’ firmata da Adriano Giannola, presidente Svimez.
Sono gia’ ingenti i danni calcolati in seguito al maltempo abbattutosi in Italia nelle ultime ore. Ormai noto che le calamita’ naturali siano diventate, negli ultimi decenni, sempre piu’ frequenti e in grado di provocare danni sempre piu’ consistenti. L’Italia non fa eccezione a questo trend, essendo oltretutto un paese particolarmente esposto al rischio di frane, alluvioni, terremoti. Se consideriamo, ad esempio, il numero di morti in Italia in seguito alle calamitaÌ€ naturali dal XX secolo esso eÌ€ dovuto soprattutto agli eventi estremi del terremoto (52%) e delle alluvioni (30%). Se nel 2021 le perdite a livello mondiale si aggiravano intorno ai 280 miliardi (con il record di circa 10.000 morti), quelle del 2020 ammontavano invece a circa 210, mentre nel 2019 erano a quota 166. L’incremento dei disastri naturali nel 2021 (e delle relative perdite) e’ dunque nettamente evidente, con un aumento del 33% rispetto all’anno precedente. Ma delle perdite totali solo 119 miliardi godevano di una copertura assicurativa. “L’Italia si caratterizza per una gestione dei danni relativi a calamita’ naturali sull’intervento ex-post da parte dello Stato, accrescendo nei cittadini la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione. Per tale ragione le coperture assicurative per gli eventi catastrofali sono scarsamente diffuse: l’88,7% delle polizze non presenta alcuna estensione assicurativa”, ha rimarcato Coviello. “Il rapporto Sigma ci ricorda che alluvioni e frane si verificano in Italia piu’ frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale. I principali fattori di rischio di inondazione sono le inondazioni improvvise, le piene dei fiumi e le colate di fango. Negli ultimi anni si sono verificate inondazioni e smottamenti su piccola scala, ma la loro frequenza crescente in rapida successione ha portato a notevoli danni cumulativi alla proprieta’ e alla perdita di vite umane. Le regioni italiane piu’ soggette a inondazioni sono la Liguria nord-occidentale e la Pianura Padana, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Ma il rischio alluvione riguarda praticamente tutte le regioni, Sicilia e Sardegna comprese”, ha continuato il ricercatore del Cnr.
“Dai dati forniti dall’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) l’incidenza percentuale delle unita’ abitative assicurate contro il rischio catastrofi naturali sul totale delle abitazioni esistenti (31,2 milioni quelle censite dall’Istat, mentre si ricorda che la media di quelle assicurate a livello nazionale e’ pari al 4,9%) risulta che solo nelle citta’ di Trento, Firenze, Siena, Mantova e Brescia arriva al 10%; in generale in tutto il Nord mediamente tale percentuale arriva al 6,2%. In Emilia-Romagna sono Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia a presentare l’incidenza piu’ elevata (oltre l’8%), mentre a Parma e’ pari a circa 7,0%. Nel Centro mediamente si assicurano contro le calamita’ naturali il 5,3% delle abitazioni e le citta’ che presentano la maggiore incidenza sono Firenze (11,4%), Siena (10,8%), Ancona (9,2%), Prato (9,2%) e Pistoia (9,0%), mentre nel Sud l’incidenza delle abitazioni assicurate e’ pari mediamente all’1,6%”, ha evidenziato Coviello. In linea generale accade che nei paesi in via di sviluppo si verifica una maggiore mortalita’ a seguito delle calamita’ naturali, mentre le perdite economiche sono inferiori per la bassa concentrazione di valore economico in quelle aree; nei paesi industrializzati, invece, si riscontra una minore mortalita’ ed un maggiore danno per esposizione delle infrastrutture. La ricerca scientifica e le conoscenze tecnico-applicative evidenziano come il territorio italiano eÌ€ fortemente caratterizzato da una diffusa, variegata e alta pericolositaÌ€ naturale (frane, terremoti, eruzioni vulcaniche, erosione costiera, subsidenza, ecc.) che si trasforma in un elevato grado di rischio, dati il valore e la consistenza incommensurabili del nostro patrimonio artistico, culturale, archeologico, ambientale, urbanistico, infrastrutturale e produttivo.
Gli eventi meteorologici estremi a livello mondiale nel 2021 – tra cui un gelo invernale prolungato, inondazioni, forti temporali, ondate di calore e forti uragani – hanno provocato danni assicurati stimati in 105 miliardi di dollari, il quarto valore piu’ alto dal 1970, secondo i dati preliminari pubblicati da Swiss Re Institute. Secondo Swiss Re si conferma, quindi, la tendenza di lungo termine all’aumento, in media del 5-7% l’anno, dei danni assicurati conseguenti a eventi catastrofali. Particolare importanza nel trend di crescita assumono i fenomeni di alluvione. Negli ultimi 20 anni si e’ registrato un aumento dei sinistri assicurati causati dagli eventi in questione, per un totale di quasi 140 miliardi di dollari dal 2001 a oggi. Il principale motivo dell’aumento dei danni dovuti alle alluvioni e’ l’accumulo di esposizione connesso alla crescita economica e all’urbanizzazione. Tuttavia, molti altri fattori, come l’invecchiamento o la mancanza di infrastrutture per il controllo delle alluvioni, l’impermeabilizzazione del suolo nelle aree urbane, l’aumento delle precipitazioni dovute ai cicloni tropicali e gli effetti del cambiamento climatico, giocano un ruolo rilevante. “Il nostro Paese e’ particolarmente esposto a calamita’ naturali il che rende necessaria l’allocazione di un’elevata quantita’ di capitale per sviluppare soprattutto l’attivita’ assicurativa in questo campo. Necessaria, pertanto, una capacita’ del sistema molto elevata”, ha concluso Coviello.