Covid, un anno di tracciamento del virus: la Campania lavora a nuovi test basati su nano particelle

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Oltre 900.000 tamponi somministrati, 300.000 analisi molecolari, 2000 sequenze individuate: sono alcuni dei numeri del modello di ricerca sul SarsCov2, nato a marzo 2020 in Campania, nel segno della cooperazione tra Regione Campania, che ha finanziato il progetto, Enti territoriali e Istituti di ricerca scientifica e che coinvolge 7 centri internazionali di ricerca. Gli istituti lavorano con l’obiettivo di individuare strategie sanitarie di contenimento della pandemia e nuovi studi sull’evoluzione epidemiologica. “Sin dai primi mesi dell’emergenza sanitaria, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale ha effettuato screening di massa nei territori focolaio dell’epidemia da Covid19 e, insieme al Tigem e all’Azienda Ospedaliera dei Colli, ha trasmesso i risultati diagnostici su Gisaid, la piattaforma online per diffondere le informazioni sulle sequenze acquisite e trasferirle simultaneamente alla comunita’ scientifica mondiale”, dichiara Antonio Limone, direttore generale dell’Izsm. Lo studio ha riunito Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem), Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie Avanzate (Ceinge), Laboratorio di virologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ed Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali della Federico II, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale, Azienda Ospedaliera dei Colli e Universita’ degli studi della Campania Luigi Vanvitelli. “Al centro di sequenziamento genomico del Tigem – dichiara Andrea Ballabio, direttore del Tigem – sono stati stati sequenziati i genomi virali covid di circa 6000 tamponi. E’ il numero piu’ alto di genomi virali sequenziati da un singolo istituto italiano e ha portato all’identificazione di 58 varianti, alcune delle quali con caratteristiche di particolare patogenicita’, presenti in regione Campania”. In questo scenario si inseriscono anche gli studi effettuati, in laboratori di classe 3, dai Ricercatori del Ceinge che ha caratterizzato la funzione di nuove molecole anti-virali sulle varianti identificate: “Un lavoro che ha portato a 21 lavori scientifici pubblicati, all’individuazione di 4 nuove metodologie diagnostiche, al sequenziamento di oltre 12 genomi e al deposito di 7 brevetti per applicazioni cliniche”, evidenzia Pietro Forestieri, presidente del Ceinge. Ora i ricercatori lavorano anche su nuovi test basati sulle nano particelle o sull’impiego di differenti matrici per le attivita’ diagnostiche o terapeutiche, come la ricerca sui polifosfati per l’inibizione dell’infezione. In particolare, l’Istituto Pascale ha svolto attivita’ di approfondimento diagnostico e di follow-up clinico su soggetti poli-patologici al fine di individuare farmaci attenuativi e trattamenti clinici efficaci.