C’e’ un legame tra la perdita dell’olfatto o del gusto nei pazienti che hanno avuto il Covid-19 e le difficolta’ di attenzione e memoria. Ne e’ convinto un gruppo di ricercatori coordinato dall’Hospital das Clinicas di San Paolo (Brasile) che, in uno studio pubblicato su European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience, ha analizzato i dati di 701 pazienti ricoverati per Covid-19 moderato o grave durante la prima ondata del 2020. In particolare, i ricercatori hanno valutato i deficit sensoriali (per l’olfatto e il gusto) nei pazienti a 6 mesi dalle dimissioni ospedaliere attraverso questionari. Il 20% dei pazienti ha riportato un ridotto senso del gusto, il 18% un deficit olfattivo moderato o grave, l’11% un deficit moderato o grave sia dell’olfatto che del gusto e il 9% parosmia (una distorsione della percezione olfattiva che fa si’, per esempio, che un odore precedentemente apprezzato diventi sgradevole). Un piccolo gruppo di pazienti ha riportato anche allucinazioni olfattive o gustative. Una volta sottoposti i pazienti a test neuropsicologici, i ricercatori hanno riscontrato un legame tra alterazioni di gusto e olfatto e funzioni cognitive. Le persone che soffrivano di parosmia erano quelli con le peggiori performance nella memoria; quelli con un deficit gustativo hanno mostrato difficolta’ nella memoria episodica e nell’attenzione; quelli che avevano riportato una perdita moderata o grave sia dell’olfatto sia del gusto avevamo difficolta’ soprattutto nella memoria episodica. I risultati dei test, fanno presente i ricercatori, non erano correlati alla gravita’ della loro condizione nella fase acuta della malattia.