Covid Italia, Aifa: calo monoclonali in terapia ma aumento in profilassi

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(Adnkronos) – Il calo delle prescrizioni di anticorpi monoclonali anti-Covid in Italia continua per questi medicinali prescritti in terapia, anche alla luce della perdita di efficacia contro le nuove varianti di Sars-CoV-2, ma si interrompe in profilassi. In 7 giorni (5-11 gennaio) le richieste di farmaco diminuiscono del 38,9% per sotrovimab (Xevudy*) e del 9,5% per Evusheld* (tixagevimab-cilgavimab) come trattamento precoce, ma crescono di quasi un quinto (+18,8%) per lo stesso mix somministrato in profilassi. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sull’impiego di questi medicinali, il numero 68.  

Complessivamente, salgono a 91.041 gli italiani che hanno ricevuto anticorpi monoclonali contro Covid-19 dal 10 marzo 2021 – quando questi farmaci sono stati autorizzati in via emergenziale nel nostro Paese – all’11 gennaio, indica il rapporto Aifa sul monitoraggio delle prescrizioni che avvengono in 297 strutture di tutto il territorio. Rispetto all’ultima rilevazione, di 2 settimane fa, i pazienti che hanno ricevuto questi medicinali sono praticamente stabili (+1,3%). Sul totale di 91.041, sono 77.455 (+1%) quelli che hanno ricevuto monoclonali usati in terapia, e 13.586 (+2,9%) quelli trattati in profilassi con Evusheld.  

In numeri assoluti, Veneto, Lazio e Campania restano in testa per maggiore utilizzo di monoclonali in terapia, mentre Lombardia, Piemonte e Lazio guidano le prescrizioni di Evusheld in profilassi. 

PILLOLE ANTIVIRALI – Netto calo per le prescrizioni di pillole antivirali anti-Covid in Italia. Secondo il 27esimo rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sull’impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, nel periodo dal 5 all’11 gennaio le richieste di farmaco sono scese di oltre il 40% (-41,3%) per il molnupiravir (Lagevrio*) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e di un terzo (-33,5%) per Paxlovid* (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer.  

Complessivamente, salgono a 176.445 i pazienti Covid curati a casa con molnupiravir e Paxlovid: finora i trattamenti avviati per Lagevrio sono stati 61.343 e quelli avviati per Paxlovid 115.102, di cui 76.911 attraverso la distribuzione per conto (Dpc) in farmacia, una voce quest’ultima che in 2 settimane è aumentata di oltre il 13%. Considerando i dati al 10 gennaio, si rileva rispetto all’ultimo rapporto un aumento del 9,6% per i trattamenti avviati con Paxlovid e del 3,5% per Lagevrio. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 329 strutture, Paxlovid in 343. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall’apertura del monitoraggio è quello del Lazio (7.861), mentre per Paxlovid in testa c’è la Lombardia (14.262). 

Per quanto riguarda infine l’antivirale remdesivir, le voci sono due, entrambe in calo: risultano in totale 30.772 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+4,9% rispetto all’ultimo monitoraggio di 2 settimane fa) e 112.592 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+1,5%). Stringendo il focus agli ultimi 7 giorni monitorati (4-10 gennaio), per remdesivir si osserva una riduzione del 30,7% per i non ospedalizzati e del 20,6% per i ricoverati.