Così fan tutte (i), o quasi. E meno male!

W.A.Mozart, sul finire del diciassettesimo secolo, compose tre opere buffe, così erano definite le composizioni musicali più leggere, talvolta anche troppo. Esse godevano del favore pressoché incondizionato del ceto popolare dell’ Europa centrale. Una delle tre è “Così fan tutte”, titolo riferito al  modo di comportarsi del gentil sesso, o almeno di buona parte di esso. Voltata la boa delle vacanze agostane, basta uno scorcio anche breve dei comportamenti, adottati soprattutto dagli italiani, per cogliere la prospettiva. Ovvero considerare nella sostanza i giorni appena trascorsi, per avere così un report preciso di come ancora una volta “così hanno fatto tutti”. Anche se riguarda quasi unicamente chi si è spostato, lo sgradito comportamento dei cosiddetti “vacanzieri” -così definibili solo per divertissement e per assonanza con avventurieri- hanno recitato ancora una volta un copione letto e riletto. Sono gli stessi che, ancora per una stagione, hanno affrontato rumorosamente disagi più che notevoli per raggiungere le località di villeggiatura. Dai primi dati rilevati dagli analisti del settore, pressochè tutti gli operatori legati al comparto ferie hanno risposto, riuscendo a malapena a trattenere sorrisi a trentadue denti nel dichiarare con tono prudente le consistenti entrate,  camuffate in versione light, che si son visti arrivare in cassa. Prima consistente distorsione di programma in quanto, pur avendo quei gestori annunciato per tempo che i prezzi sarebbero aumentati a parità di prestazioni rispetto agli anni passati, si temeva, a livello centrale, una drastica contrazione dei ricavi. Ciò evidenzia, ma in parte non spiega, diversi aspetti del fenomeno. La prima e più significativa è che il richiamo turistico del Bel Paese è talmente forte da non temere concorrenza alcuna dall’ accoglienza offerta più a buon mercato di paesi in qualche modo confrontabili con lo stesso. Quindi, appropriatamente, si può parlare di quasi totale assenza di elasticità della domanda del prodotto turismo nei confronti del Paese. In parallelo  è necessario prendere in considerazione l’aspetto finanziario del fenomeno in osservazione. Vale a dire che, essendo la capacità di spesa in generale, quantomeno quella degli Italiani, rimasta invariata se non addirittura diminuita, il finanziamento dei vacanzieri deve forzatamente provenire da altre fonti diverse da reddito e rendite. La prima e abbastanza pesante, anche quantitativamente, tipologia di finanziamento è costituita dal Credito al Consumo. Di esso sono stati cantati più volte, non sempre giustificatamente, gli aspetti positivi. Meno ci si è intrattenuti sulla sua onerosità e quindi sui disagi e il conseguente frequente stravolgimento dell’impostazione del menage familiare per chi  ricorre a esso. C’è dell’altro. Convergono in quel canale anche
soldi di dubbia provenienza che, in tal modo, subiscono una “rinfrescata” quando non addirittura un “lavaggio” completo. Possono ritornare così senza particolari patemi nel circuito commerciale alla luce del sole, cioè ufficiale. Prima ancora di trarre conclusioni, che alla fine resterebbero border line con la correttezza formale, è fondamentale normare l’intero comparto delle concessioni di beni demaniali e le modalità per accedere a essi da parte dei fruitori finali di ogni genere. La strada intrapresa dal governo potrebbe essere quella giusta. Ricordando comunque che volere è potere solo se l’intenzione è realmente quella annunciata.