Cosa sta cambiando nel Venture Capital in Italia?

14
(fonte Adobe Stock)

Il venture capital italiano sta emergendo come una risorsa con enormi prospettive di sviluppo. Se adeguatamente supportato, può fornire una spinta significativa alla crescita economica e all’innovazione tecnologica del nostro paese. I recenti dati dell’Osservatorio sul Venture Capital in Italia mostrano un trend positivo negli investimenti nelle PMI italiane. Nel primo trimestre del 2023, sono stati raccolti 443 milioni di euro, una cifra che, sebbene rappresenti solo una piccola parte rispetto ai 12 miliardi di euro raccolti a livello europeo, evidenzia il potenziale di crescita del settore nel nostro paese.

Come riportato in un recente articolo della testata finanziaria Wall Street Italia, il panorama degli investimenti nel venture capital sta vedendo emergere trend particolarmente interessanti, che sono destinati a rivoluzionare vari settori. Tra i principali trend, spicca l’interazione tra il mondo digitale e quello fisico. Alcune aziende stanno sviluppando piattaforme innovative che facilitano la fornitura di analisi mediche a domicilio, migliorando l’accessibilità e l’efficienza dei servizi sanitari. Altre aziende stanno focalizzando i loro sforzi nello sviluppo di stampanti 3D ad alta precisione, impiegando materiali all’avanguardia come i polimeri rinforzati con fibra di carbonio. Questi materiali innovativi, in alcuni casi, superano le prestazioni dei metalli tradizionali.

Un’altra importante novità è rappresentata dal cambiamento delle ambizioni dei founder europei, che mirano ad espandersi a livello globale. Prima della pandemia l’Europa veniva spesso considerata arretrata rispetto ai grandi competitor tecnologici Stati Uniti e Cina, mentre ora la situazione sta cambiando con molti imprenditori europei che, dopo aver accumulato esperienze preziose in America o Asia, stanno rientrando in Europa. Questo fenomeno è parzialmente attribuibile alla crescente possibilità di lavoro remoto, che consente di mantenere connessioni globali pur operando dal proprio paese di origine.

In questo contesto, le imprese europee stanno sviluppando una maggiore fiducia nella capacità degli investitori locali di sostenere la loro espansione e aiutarle a ottenere successo a livello globale. Di conseguenza, l’Europa si sta trasformando in un terreno fertile per l’innovazione, con un’attenzione crescente verso settori tecnologici avanzati e soluzioni che combinano il digitale con il fisico.

Rialto Ventures: un fondo italiano con una visione americana

In questo contesto si distingue Rialto Ventures, un fondo specializzato nel talent scouting hi-tech europeo, fondato nel 2022 da Stefano Quintarelli e Simone Brunozzi. Questo fondo ha attirato l’attenzione di Alessandro Profumo, un rinomato banchiere con un passato ai vertici di Unicredit, MPS e Leonardo, che si è unito al team all’inizio dell’anno. L’obiettivo dei fondatori è creare un fondo italiano che investa con un approccio ispirato a quello americano, sfruttando esperienze di alto livello sia a livello nazionale che globale, inclusa la Silicon Valley. Questo approccio, quindi, si ispira al modello americano, adattandolo alle specificità culturali e operative dell’Europa.

Rialto Ventures collabora con la diaspora italiana, inclusi numerosi imprenditori e manager tecnologici italiani sia in patria che all’estero, per aiutare le aziende a sfruttare le opportunità globali. Il fondo adotta una strategia che unisce la precisione del mercato europeo con le tattiche di successo dei principali fondi americani.

Supportare le numerose eccellenze tecnologiche italiane che meritano attenzione e investimenti

L’Italia vanta numerose eccellenze tecnologiche, spesso nascoste, che meritano attenzione e investimenti. Lo sviluppo di tecniche crittografiche a Roma, la meccatronica a Bari e le innovazioni in intelligenza artificiale a Pisa sono solo alcuni esempi del grande potenziale del paese. Questi settori richiedono significativi investimenti di capitale, esperienza di crescita globale, mentorship, competenza e accesso ai mercati internazionali.

L’Italia, nonostante le risorse limitate rispetto ai colossi cinesi e americani, possiede un notevole potenziale tecnologico e innovativo. È quindi essenziale collegare questo potenziale ai mercati globali, costantemente alla ricerca di nuove soluzioni e idee innovative. Rialto Ventures si impegna a supportare le start-up italiane nel loro percorso di crescita internazionale attraverso investimenti mirati e supporto operativo, valorizzando così il talento e la creatività del paese.

Rialto testa i fondatori presentandoli a potenziali clienti e valutando il loro comportamento e il feedback ricevuto. Questo processo di “de-risking” permette di valutare sia l’innovazione del prodotto che la capacità del mercato di assorbirlo. Adottando un approccio attivista, Rialto collabora con le startup, offrendo assistenza attraverso i propri manager e advisor. Questo supporto include opportunità di mentorship, supporto strategico a lungo termine e aiuto nell’acquisizione di talenti e nell’accesso al mercato.

L’approccio di Rialto, molto simile a quello americano, rappresenta una novità significativa nel panorama europeo. In Europa, solo l’8% dei fondi di Venture Capital è creato da ex imprenditori di successo, rispetto al 52% negli USA. Mentre l’approccio europeo è tradizionalmente più finanziario, quello americano è più “hands-on”, collaborativo e di supporto attivo alle aziende del portfolio, andando oltre la semplice presenza nel CdA. Questo tipo di approccio attivo è tipico del mondo del Private Equity in Europa, ma non è ancora comune nel Venture Capital.

Il Venture Capital può diventare un motore di rilancio economico

L’Italia possiede un potenziale inespresso che può essere valorizzato attraverso un supporto mirato e strategie efficaci. Rialto Ventures, con il suo approccio innovativo nel panorama del venture capital italiano e il suo focus su settori ad alto potenziale, rappresenta un esempio di come il venture capital possa evolversi e diventare un motore di rilancio economico. La collaborazione tra investitori, imprenditori e istituzioni può trasformare l’Italia in un polo di eccellenza tecnologica a livello globale.