MILANO (ITALPRESS) – A Bruxelles non c’e’ una piena consapevolezza del fatto che il Covid-19 stia incidendo anche nel settore agroalimentare e che sia necessario, non solo confermare i fondi del Politica agricola comunitaria – per la quale si parlava di un ridimensionamento prima dello scoppio della pandemia -, ma addirittura rinforzarlo. E’ cio’ che e’ emerso nel corso della web conference “La Pac di fronte all’emergenza Covid-19”, organizzata da Ismea, l’Istituto di servizi del mercato agricolo e alimentare. “A livello di Commissione Europea si fa fatica a capire che questa crisi sta intaccando in modo serio una fetta importante di mercato, come quello della ristorazione, delle pizzerie, dei bar e degli alberghi, che per il comparto agricolo vale un quarto del mercato”, ha detto Paolo De Castro, vice presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo. “Le risorse messe dall’Europa nel settore agricolo al momento sono ancora troppo poche e’ chiediamo uno sforzo ulteriore”, ha detto invece Giuseppe Labate, sottosegretario alle Politiche Agricole. “Stiamo mettendo in campo misure anche a livello nazionale per l’agricoltura – ha aggiunto -, come la sospensione dei mutui o il fondo da 100 milioni di euro per le garanzie Ismea o i 50 milioni di fondo indigenti, all’interno dei quali ci sono 13 milioni per togliere dal mercato prosciutti e salami da poter dare ai piu’ bisognosi. Ci sono anche 100 milioni per il settore avicolo”. “Nel cosiddetto decreto aprile stiamo preparando un pacchetto di misure per il vino e il florovivaismo”, ha concluso il sottosegretario.
“Dobbiamo essere veloci a dare risposte concrete ai bisogni delle imprese, altrimenti tante aziende non potranno ripartire. L’agricoltura e’ in crisi come altri comparti. Il ruolo di Ismea ci puo’ agevolare sul piano delle garanzie”, ha detto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, il quale ha aggiunto: “noi pero’ dobbiamo gia’ guardare al dopo e prevedere risorse per la promozione che non hanno precedenti. Evitiamo che queste risorse siano gestite dalle singole regioni ma siano di portata nazionale”. “C’e’ tanta confusione, stiamo cercando di fare le cose con rapidita’ e fare in modo che le risorse arrivino direttamente dalle imprese, proprio per questo abbiamo rilanciato lo strumento della cambiale agraria”, ha concluso Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea.
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