Coronavirus, il Modec: Il tessile in Campania? Riparte così. Ecco le proposte sul tavolo di De Luca

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Moda campana in vetrina a Milano

“La filiera della moda in Campania è  composta prevalentemente da Pmi e rappresenta un unicum nel panorama Italiano grazie alla  significativa  presenza  di aziende che coprono tutte le fasi sia a monte che a valle della filiera; dalla lavorazione delle  materie prime con tintorie, stamperie, comprese le attività di   Design, Progettazione, Produzione, Distribuzione, oltre ad una logistica integrata con porti, interporti ed aeroporti. Una risorsa per la nostra economia che rappresenta la punta di diamante del Made in Campania e del Made in Italy”.  Comincia così la nota inviata sabato 18 aprile al presidente della Regione campania, Vincenzo De Luca, dal Modec – Comitato di indirizzo della moda: lettera nella quale si sottolinea l’urgenza di passare, nel “momento di grande dispersione e confusione che viviamo”, “dalla fase delle analisi e delle diagnosi alla fase della concretezza” e di “chiamare in causa tutti gli attori affinché ognuno faccia la propria parte nell’ambito delle proprie esperienze avviando un nuovo corso improntato  sulla collaborazione costante  tra il sistema delle imprese e le istituzioni competenti in materia”. “Ci troviamo di fronte ad un evento epocale – proesegue la nota – e l’emergenza economica e sociale ci impone  nuova visione d’insieme ed avviare  un nuovo modello di sviluppo   che privilegi le produzioni  locali   e riportare in Campania  quel pezzo di manifattura che abbiamo esternalizzato  all’estero cedendo il bene più prezioso, il nostro know how”.
Di seguito ecco le proposte elencate nel documento che qui proponiamo e che ha per titolo Vision Campania 2030)

VISION CAMPANIA 2030


– Per ripartire è necessario costituire un  fondo di garanzia regionale per    sostenere i futuri investimenti delle aziende  e di diluire il rimborso nel lungo termine  con restituzione in  20 anni a costo zero,per consentire di poter avviare una programmazione a medio e lungo temine.
– Si stima che per ogni miliardo aggiuntivo stanziato se ne potranno attivare circa 15 di finanziamenti.
– Incrementare per l’anno 2020 dal 6%  al 50% il credito di imposta previsto dalla legge di bilancio 2020 n 160 del 27 dic 2019 che ha introdotto un drastico ridimensionamento  per la concezione e realizzazione di nuovi prodotti e campionari nel settore del tessile, moda,occhialeria,orafo, del mobile e della ceramica.
– Prevedere un credito d’imposta del 50% sui nuovi investimenti delle aziende   da utilizzare con automatismi semplici e chiari.  Si deve intervenire con tempestività, perché molto spesso si arriva a legiferare in ritardo rispetto alle dinamiche economiche, regolamentando qualcosa che nei fatti non esiste più o che nel frattempo è già mutato.
– Queste misure costituiscono la precondizione per qualsiasi successive iniziative e  le risorse si potrebbero individuare sui  fondi destinati  al Piano Sud approvato dal governo che è ricco di titoli e slogan (“Cresci Sud – Resta al Sud  – Un’idea per il Sud – Una visione per il sud – Diritto a restare – Sud attrattivo – Un Sud rivolto ai giovani) ma senza contenuti ed in totale assenza di progetti concreti.

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– Avvio di un confronto politico per predisporre  un piano strategico integrato “Vision Campania 2030” che privilegi uno sviluppo integrato della filiera. La crisi che stiamo vivendo e i suoi riflessi economici e sociali non lasciano margini per soluzioni «tampone» e tutti gli sforzi fatti possono dissolversi se non c’è   un piano di indirizzo strategico per il rilancio della filiera. Ciò presuppone innanzitutto una visione strategica che deve derivare da un’analisi approfondita del contesto regionale, italiano ed europeo, e quale ruolo  che può svolgere la nostra filiera nel panorama internazionale. Abbiamo l’occasione  forse irripetibile  di affrontare e provare a  risolvere quei problemi che hanno  condizionato e rallentato  lo svolgimento dell’attività d’impresa   e  definire un metodo per  individuare chiare linee di azione strategico-organizzative

Tre gruppi di lavoro ristretti , coordinati dalla  regione  formati da  Università, sistema imprese e parti sociali, per la predisposizione di un piano strategico integrato  “Vision Campania 2030”,  espressione della capacità di condividere e pianificare  un piano strategico  integrato per lo sviluppo di medio/lungo termine. Tre gruppi distinti ma inevitabilmente coordinati, che facciano direttamente capo alla Presidenza perché non è pensabile riuscire senza un adeguato presidio della Regione.
  • 1° Gruppo
    – l’ndividuazione delle problematiche legate alle aziende che  compongono  la filiera e precisamente quelle del design, progettazione, produzione, materia prima, tessuti,tintorie,concerie, stamperie, ecc.
    – progetti di internazionalizzazione del sistema moda campano e delle sue componenti privilegiando la penetrazione sui mercati internazionali delle numerose catene  retail che hanno la sede in Campania
  • 2° Gruppo
    – l’individuazione degli strumenti che agevolino gli investimenti privati per finanziare il piano
    – credito di imposta sui nuovi investimenti delle aziende
  • 3° Gruppo
    – semplificazione della burocrazia
    – emersione del lavoro irregolare ed evasione fiscale:  una “premialità” da riconoscere  alle imprese per le  nuove assunzioni  e sull’incremento degli utili e dei ricavi
    – detassazione alle aziende che producono all’estero e  riportano le produzioni in Campania
    -Sconto sui contributi previdenziali nella fase del rilancio, di almeno 18 mesi
MODEC -COMITATO REGIONALE DELLA MODA