Coronavirus, il Dragone ferito ma non sconfitto. L’epidemia frena gli scambi Italia-Cina

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Il Dragone appare ferito ma non sconfitto. L’epidemia si espande, città cattedrali nel deserto, treni vuoti , uffici chiusi e scuole con riapertura ancora da stabilire…
Tra Italia e Cina c’è un interscambio molto importante: 13 mld di export contro i 30 mld di import. Le previsioni non sono molto favorevoli se il coronavirus continua a vivere…
La Cina si isola ma combatte. La Sars del 2003 costò al Dragone il 2% del Prodotto interno lordo, stessa performance per il Coronavirus. La Sars, o meglio Severe acute respiratory syndrome, causò 813 decessi, le persone contagiate furono 8500, i decessi furono 350 in Cina seguiti subito dopo da Hong Kong con 300. In Canada il virus arrivò tramite un turista proveniente da Hong Kong e lo stesso destino è accaduto con il Coronavirus.
Nessun aumento di allarmismo economico va preso in considerazione. Ovviamente se la performance del Virus si prolungherà, ne risentirà l’economia mondiale, in particolare il Made in Italy del settore lusso, come pure tutto il settore delle macchine per l’agricoltura. Il mercato del luxury in Cina vale circa 250 mld. di euro . La Cina è il mercato più importante al mondo attualmente per i brand del lusso mondiale.
LVMH diretto da Arnault, un capitale di 215 mld di euro e marchi luxury anche Italiani come Bulgari e Fendi, ha avuto uno stop notevole nel paese del Dragone con un calo dal 20% nel mese causato da un calo dei consumi al diffondersi del coronavirus,
I mercati finanziari internazionali ne risentono. La borsa di Shanghai ha subito una perdita di circa il 3%: il dato peggiore da 10 mesi ad oggi. In particolare, i titoli delle compagnie aeree hanno avuto un black week end. Gli aerei non volano, molti hanno sospeso i voli per la Cina; ad Hong Kong il coronavirus, dopo le proteste e i tumulti, contribuisce a isolare e fermare ancora di più il mercato dell’ex colonia britannica. Niente caffè nelle catene della distribuzione, il food chiude i battenti…. supermercati vuoti. Bejing – Pechino, la città proibita è veramente proibita da visitare, anche i parchi di divertimenti come Disney world chiusi….. problemi ovunque con varie sfaccettature.
Come operatore economico devo pero’ precisare che la situazione è molto più chiara rispetto alla Sars che ho vissuto ad Hong Kong personalmente per i miei viaggi nel settore della distribuzione dei coralli e dei camei di Torre del Greco con la mia azienda. La situazione resta comunque seria, ma rispetto alla sindrome Sars siamo molto più avanti, le informazioni che arrivano dal governo centrale sono molto più chiare, in particolar modo sui casi rilevati, anche se i media continuano a fornire cifre diverse. Al tempo della Sars il livello di informazione era molto più basso, ora si intravede una maggiore trasparenza. Ci sono molte misure preventive, le fabbriche che avrebbero già dovuto riaprire dopo le ferie del capodanno cinese sono e resteranno ancora chiuse, la gente è invitata a restare in casa. A Shenzen hanno chiuso i centri commerciali.
Questa settimana si avrà il picco, vedremo come andrà, la situazione ovviamente non è molto piacevole da vivere in prima persona. Si resta in casa, le scuole inizieranno più tardi, tutto allo scopo di evitare gli affollamenti.
Questo e’ il vero problema della Cina: la popolazione che supera il miliardo e mezzo di abitanti. Per le festività del capodanno ci si muove si muove dal Nord al Sud uscendo dal paese e visitando il mondo intero. A buon intenditore poche parole…
I controlli in autostrada sono notevoli, con la chiusura di uscite verso le città maggiormente colpite. A Dongwang non sei autorizzato ad entrare se non passi il controllo di polizia.
Devo dire che dal punto di vista dell’organizzazione ce la stanno mettendo tutta, l’unico problema sono gli approviggionamenti.
Poi se è uscito il virus dal laboratorio di esperimenti o se uscito da un serpente o dal pipistrello , adesso c’è il virus e bisogna combattere. Noi invece di fare allarmismo dobbiamo ancora pensare ai nostri misteri italiani, non sappiamo ancora chi ha abbattuto l’aereo di Ustica, come pure chi ha messo la bomba in Piazza Fontana, o quella di Bologna…
Diciamo che tutto l’allarmismo perè mai venuto, lascia il tempo che trova…..
La fama di noi Italiani, del Gesuita Matteo Ricci e di Marco Polo di cui si ricordano ancora il lunghissimo viaggio e la lunga permanenza in Cina , continua e deve continuare, sopratutto perché in Cina abbiamo un alto tasso di gradimento ed abbiamo lasciato e lasciamo un segno di grande amicizia e di fratellanza con o senza sindrome acuta respiratoria.