Coronavirus, ecco come ci attacca e come difendersi

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Roma, 5 mar. (Adnkronos Salute) – di Margherita Lopes

“. Cos’è, come ci attacca, come difendersi”. C’è un po’ tutto quello che si sa al momento sul nuovo virus emerso in Cina nel libro-intervista a Maria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, che per primo in Italia ha isolato il nuovo coronavirus. “Si tratta di un microrganismo che va monitorato, e le prossime settimane saranno cruciali – spiega Capobianchi all’Adnkronos Salute – Al momento infatti si stanno confrontando due forze contrapposte: la tendenza del virus a diffondersi, e le misure di contenimento messe in campo nel nostro Paese, mirate a limitare tale diffusione”.

Nel volume, edito da Castelvecchi e a cura di Benedetta Moro, la virologa risponde a quesiti che toccano aspetti scientifici, ma anche alle domande che si pongono in queste ore gli italiani, dentro e fuori dalla zona rossa. Che rischi comporta? Come ci si può difendere? Perché la Cina torna ad essere il focolaio di un grave morbo, a pochi anni dal flagello della Sars? Capobianchi, con il suo staff del laboratorio di Virologia dello Spallanzani, conosce bene il coronavirus: è riuscita a isolarlo, mapparlo e lo sta monitorando.

“Si comincia a sapere molto sul patrimonio genetico del nuovo coronavirus, il database delle sequenze si sta arricchendo. Ma i dati ottenuti con le analisi ‘in silico’ andranno provati attraverso studi in modelli sperimentali di infezione (virus da una parte, cellule, organoidi e animali dall’altra)”. Quanto al confronto con l’influenza, che ha suscitato non poche polemiche fra gli stessi ricercatori, “il coronavirus è molto diverso dai virus dell’influenza – precisa Capobianchi – ma è la sintomatologia ad essere paragonabile: può dare un’infezione respiratoria lieve, ma anche problemi più gravi, fino alla sindrome respiratoria acuta grave, il cui acronimo e, appunto, Sars”.

Le osservazioni e il monitoraggio effettuati permettono di dire che al momento questo virus “presenta una variabilità relativamente bassa, simile a quella attesa per un virus a Rna quale esso è, ma molto inferiore, ad esempio, a patogeni come Hiv e Hcv”. E se le immagini del team ‘in rosa’ della Capobianchi hanno fatto il giro del mondo, “dobbiamo fare alcune precisazioni – dice l’esperta – E’ vero: la scienza sta diventando sempre più femminile perché i laboratori sono popolati sempre di più da donne. Quanto alla questione delle carriere, si è detto e scritto molto. E il precariato spesso ha un’accezione negativa. Ma una fase di apprendistato è normale, quello che sarebbe utile è avere una prospettiva di sviluppo della carriera”, conclude la scienziata.