Coronavirus, cresce il popolo “invisibile” che bussa alle porte della Caritas

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in foto Don Andrea La Regina

Le richieste di aiuto che arrivano alla Caritas sono aumentate del 30% nei grandi centri urbani. Una cifra destinata a crescere in questa emergenza coronavirus. E quello che preoccupa non e’ solo il dato numerico. A queste richieste si accompagna un diffuso “senso di vergogna da parte di chi non avrebbe mai pensato di richiedere un aiuto materiale ed emergono anche i primi segnali di rabbia, sintomo di malessere umano e psicologico, ai quali i territori devono saper rispondere”. All’AGI don Andrea La Regina, responsabile macro progetti della Caritas Italiana, lancia un appello alle istituzioni per una “maggiore coesione territoriale”. “Ora e’ il tempo della collaborazione – afferma – affinche’ nessuno si senta ‘invisibile'”. Il monitoraggio della Caritas e’ continuo e sempre in aggiornamento. Difficile avere cifre precise. “Nei grandi centri, Roma, Napoli, Bari, Torino, Verona le richieste di aiuto sono aumentate fino al 30%, come il record di Milano. E’ un dramma sociale”, sottolinea. Se prima a rivolgersi ai centri Caritas erano immigrati e senza fissa dimora, ora l’emergenza coinvolge “le fasce dei lavoratori piu’ vulnerabili, le prime a subire gli effetti della crisi”. In aumento gli interventi “alle piccole imprese, soprattutto quelle a carattere familiare, ai circensi, ai giostrai, ai minori”. Si incrementa il supporto psicologico “agli anziani soli, alle famiglie che vivono la dimensione del lutto, soprattutto nei casi di impossibilita’ ad accompagnare i congiunti negli ultimi momenti di vita e di celebrare il rito delle esequie”. Il lavoro delle Caritas, insieme alle diocesi, e’ anche quello di fornire strutture di accoglienza per le persone in quarantena o dismesse dagli ospedali. Al momento sono 65 le diocesi che hanno messo a disposizione strutture per accogliere 1.100 persone. In particolare sono 23 le diocesi (in 11 Regioni Ecclesiastiche) che hanno comunicato di aver offerto alla Protezione civile e al Sistema Sanitario Nazionale altrettante strutture per oltre 500 posti. Tra queste: Tivoli e Palestrina, Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Locri-Gerace, Catanzaro-Squillace, Alba, Savona-Noli, Aversa, Albenga-Imperia, Ugento-Santa Maria di Leuca, Rossano-Cariati, Messina, Genova, Concordia-Pordenone, Mondovi’, Siena e Perugia.