Dopo il primo giorno di sperimentazioni sono già centinaia le richieste giunte all’Istituto Pascale di Napoli da ogni parte d’Italia per trattare con il Tocilizumab i pazienti affetti da polmonite da Covid-19. Molte delle richieste, fanno sapere dal Pascale, arrivano dagli ospedali del Nord. Un dato prevedibile secondo Marilina Piccirillo, medico oncologo del Pascale: “E’ lì che l’emergenza è più forte”, ricorda Piccirillo che, da quando il suo collega Paolo Ascierto ha avuto l’intuizione di usare il Tocilizumab contro le complicanze del Covid 19, è al lavoro per mettere in piedi la sperimentazione anche 14 ore al giorno. Piccirillo, dopo l’ok dell’Aifa e del Comitato etico dello Spallanzani al protocollo di ricerca, sta gestendo il sistema della raccolta dati. “L’obiettivo dello studio – continua la ricercatrice – è di ridurre la mortalità a un mese. Il Tocilizumab viene somministrato ai pazienti ricoverati per polmonite da Covid. In particolare, nello studio di fase due, il trattamento viene somministrato a pazienti con stadio di malattia abbastanza iniziale, vale a dire: non intubati o intubati da massimo 24 ore. Mentre nell’osservazionale verranno trattati anche i pazienti intubati da più di 24 ore. Alla fine della fase 2, in ogni modo tutti i pazienti potranno essere inseriti nella coorte osservazionale”. Il trattamento consiste nella somministrazione del farmaco in vena al massimo per due volte, a distanza di 12 ore.