Coop in crescita negli anni della crisi. Il record al Sud: in Campania 11.162 Pmi

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Nel triennio della crisi 2010-2013 durante il quale il numero di imprese si e’ ridotto ed e’ aumentata la disoccupazione, le imprese cooperative hanno svolto una “funzione anticiclica” che ha contribuito ad attenuare gli effetti economici e socialil con un ruolo crescente nell’economia italiana a cui le regioni del Mezzogiorno hanno dato un importante contributo“.Simona Vicari E’ quanto dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari commentando i dati sulla cooperazione presentati dal Mise in base alla legge 59/1992. “Nel periodo 2010-2013 – aggiunge – il numero delle imprese cooperative e’ cresciuto di 16.922 unita’ contro una riduzione delle imprese non cooperative di ben 64.180; in valori assoluti totali si e’ passati dalle 90.047 imprese cooperative del 2010 alle 106.970 del 2013 contro la riduzione delle imprese non cooperative (da 6.019.170 del 2010 a 5.954.990 del 2013). Cio’ ha determinato il raddoppio del peso delle imprese cooperative sul totale delle imprese italiane, passando dall’1 a circa il 2% del totale. L’occupazione nelle imprese cooperative, nello stesso periodo, e’ aumentata di circa l’8-10% contro quasi il raddoppio del tasso di disoccupazione.”

Il baricentro si sposta da nord a sud

Questa evoluzione in positivo del sistema cooperativo ha determinato un lento ma costante cambiamento della “geografia” delle imprese cooperative, spostando il baricentro dal Nord al Sud del Paese: cambiamento che vede protagoniste regioni come la Sicilia (13.726 imprese cooperative, seconda regione d’italiana per localizzazione di imprese cooperative), la Campania (11.162) e la Puglia (10.371), seconde solo al Lazio (16.069, prima regione d’Italia per numero di imprese) e alla Lombardia (13.312 se si esclude la Sicilia). Nel 2013 il 44,2% delle imprese cooperative italiane e’ localizzato nelle otto regioni del Mezzogiorno. Migliora anche il rapporto tra numero di imprese cooperative e popolazione residente, con una diffusione capillare sul territorio. Anche qui il Mezzogiorno si pone in una posizione interessante: infatti il rapporto medio nazionale cresce dall’1,49 del 2010 all’1,79 del 2013. Il Sud passa rispettivamente dall’1,80 al 2,12 e le Isole dal 2,26 al 2,66. E’ evidente che le due Macroregioni (Sud e Isole) contribuiscono notevolmente al miglioramento del dato nazionale. Infatti il dato delle regioni meridionali risulta essere superiore a quello registrato dalle regioni del Nord Est (rispettivamente 1,07 e 1,25) e del Nord Ovest (rispettivamente 1,05 e 1,28) e sostanzialmente in linea con quello delle regioni del Centro (rispettivamente 1,7 e 2,13).