Roma, 12 feb. (askanews) – Le opposizioni arrivano di nuovo in ordine sparso al voto sulle mozioni sul Medio oriente, ogni partito di opposizione presenta un proprio documento e solo domattina si capirà se sarà possibile almeno arrivare a qualche sostegno incrociato sui rispettivi documenti. Il Pd ha fissato la sua linea già a gennaio, scrivendo una mozione che ha messo d’accordo tutte le anime del partito, ma su questo non c’erano stati problemi nemmeno quando si è votato sull’Ucraina. Anche alIora i problemi nacquero, appunto, quando si trattò di decidere come comportarsi sui documenti degli altri partiti e lì ci furono delle smagliature, un pezzo di Pd votò anche una parte della mozione del governo nonostante la linea del partito fosse l’astensione sulle altre mozioni.
Questa volta i democratici sembrano orientati a orientato a votare solo il proprio documento, ma si valuterà domattina se astenersi o non partecipare proprio al voto sugli altri testi. L’ala più moderata del partito ha già mosso critiche su almeno due passaggi del testo di Verdi e Sinistra, in particolare su due punti: innanzitutto, la parte in cui si impegna il governo a lavorare per “un cessate il fuoco immediato ed incondizionato a Gaza”. Quell’ “incondizionato” non piace alla minoranza Pd, che vorrebbe comunque legare la richiesta del cessate il fuoco alla liberazione degli ostaggi israeliani, come scritto nella mozione dem. Inoltre, viene giudicato inaccettabile che Verdi e Sinistra chiedano al governo di sostenere l’iniziativa del Sud Africa contro Israele – accusata di “genocidio” – presso la Corte internazionale dell’Aja.
Sul testo M5s, invece, non c’è ancora un giudizio compiuto nel Pd. I 5 stelle hanno aggiornato la mozione presentata già lo scorso novembre e nel nuovo documento chiederanno a loro volta una cessate il fuoco, un percorso negoziale centrato sulla linea dei ‘Due popoli, due stati, con lo Stato Palestina disegnato secondo i confini 1967. Inoltre, si sollecita una missione di interposizione a Gaza sotto l’egida dell’Onu e si chiede di fare luce su Unrwa e sulle voci che parlano di un coinvolgimento di alcuni dipendenti nell’attacco del 7 ottobre a Isarele, sostenendo però la salvaguardia dei finanziamenti all’Agenzia per supportare i rifugiati palestinesi. Inoltre, vengono chieste sanzioni mirate contro i coloni israeliani estremisti in Cisgiordania e la sospensione delle attività dell’Eni al largo di Gaza.
Inoltre – e questo punto è una novità – M5s impegna il governo ad attivarsi immediatamente, sia in seno all’Unione europea che insieme agli alleati e alle organizzazioni internazionali, al fine di scongiurare l’iniziativa militare israeliana nella zona di Rafah, compresa una nuova incursione di terra. Questo ultimo impegno, sottolineano dai 5 stelle, è stato aggiunto nella mozione per rispondere agli ultimi eventi sul terreno e all’allarme dell’Onu che ha parlato di potenziale “catastrofe” a proposito di Rafah.
Il Pd farà il punto domattina, con gli altri alleati ci si sentirà nelle stesse ore. Luana Zanelli, Verdi-Sinistra, si augura almeno un voto per parti separate, in modo da poter condividere almeno i punti sui quali le posizioni collimano: “Le mozioni che coincidono con la nostra le voteremo. Ci sarà reciprocità almeno per tutte le parti che coincidono. Peccato che non si riesca ad avere una convergenza di tutta l’opposizione su unte ma così decisivo, ma man mano ci avviciniamo, spero. Si faranno votazioni per parti separate e cercheremo di convergere il più possibile”. Ma, appunto, il Pd sta valutando l’ipotesi di votare solo il proprio testo. Si vedrà domattina quale soluzione verrà scelta, anche perché i democratici devono anche decidere come comportarsi sul testo della maggioranza. Elly Schlein aveva annunciato ieri una telefonata a Giorgia Meloni per provare a chiedere un’azione unitaria per il cessate il fuoco, ma allo stato non sono arrivate novità su questo punto.