Convegno dei Giovani industriali, Sace: Il 70% delle imprese che investe in digitalizzazione esporta meglio

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“La doppia sfida per le imprese sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità parte dal Sud. Il tessuto imprenditoriale italiano è in grande evoluzione e noi di Sace siamo impegnati nel sostenere investimenti utili ad accelerare i processi di transizione sostenibile in tutte le sue fasi: dalla gigafactory per la produzione di pannelli solari alle batterie al litio, dallo sviluppo di nuovi data center all’agricoltura verticale. Questa duplice transizione rappresenta un vero e proprio export booster: quasi il 70% delle imprese che investe in digitalizzazione e sostenibilità esporta di più e meglio”. Lo ha dichiarato Antonio Bartolo, regional director Sud di Sace in occasione del 38esimo convegno di Giovani Imprenditori di Confindustria. “Le imprese del Mezzogiorno ci sono e fanno la loro parte – ha aggiunto -: gli esportatori sono circa il 13% rispetto al totale. Al Sud ci sono numerose eccellenze. Solo per citarne alcuni che abbiamo avuto l’onore di supportare: Sideralba, Andriani, Cilento e Pastificio De Martino. Abbiamo sostenuto anche importanti progetti di rilievo strategico per il Paese e investimenti green per la transizione come la gigafactory 3 Sun, la mobilità sostenibile con Sicily by car e Temi per l’interporto di Nola. Come Sace abbiamo sostenuto 5.500 progetti di 4.200 imprese per un totale, nel 2022, di 4 miliardi di euro di contratti, tra investimenti green, sostegno alla liquidità, attività di export, internazionalizzazione e supporto a progetti di rilievo strategico. Tutto questo grazie anche alla nostra presenza nel Sud Italia con 3 Uffici territoriali a Napoli, Bari e Palermo, punti di riferimento per le imprese del territorio e oltre 140 hub di partner reti terze.” “Le Pmi sono il fulcro dell’economia italiana e il loro dinamismo ha portato anche a un miglioramento della competitività sui mercati internazionali contribuendo al 48% dell’export nazionale. Il successo dell’export italiano non è solo frutto del lavoro delle imprese esportatrici, bensì anche di una forte filiera domestica composta da piccole e medie imprese che hanno un impatto indiretto sull’export totale e possiamo dire che il 71% del valore aggiunto incorporato nell’export della manifattura italiana è domestico, vale a dire che PMI di altri settori dell’economia nazionale forniscono input all’esportatore finale. Questo network, all’interno delle catene del valore e dei distretti industriali, dimostra come le imprese siano fortemente interconnesse. – ha po detto Maria Luisa Miccolis, director sales Pmi di Sace – E noi come Sace, in linea con la strategia e gli obiettivi del nostro Piano Industriale Insieme 2025, siamo sempre a supporto delle Pmi, soprattutto del Sud, che guardano al futuro con gli occhi rivolti alla sostenibilità e alla digitalizzazione per cogliere le opportunità ed essere sempre più competitive già oggi, insieme”.