Convegno dei Giovani imprenditori, appello al Governo: Sia responsabile, priorità alle bollette

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in foto Riccardo Di Stefano (ph. Carlo Capodanno)

Alle porte c’è un inverno difficile, “che potrebbe raffreddare non solo le nostre case, ma anche il nostro percorso di crescita e di recupero” e per affrontarlo serve una maggioranza “stabile” e un governo “responsabile”. Dal 37esimo convegno dei giovani di Confindustria tornati dopo due anni nella tradizionale location del Quisisana di Capri l’allarme che si ripete costantemente ha un solo suono: energia. Qui, e sulle riforme del Pnrr, bisogna concentrare l’azione del nuovo governo perché “sta suonando forte una sveglia che stiamo rimandando da anni”, dice il presidente Riccardo Di Stefano, sottolinenando che tanti Paesi “questa sveglia l’hanno sentita forte e chiara, e che si sono attrezzati. L’Italia, invece, sembra essere caduta dal letto e, ancora assonnata, si guarda intorno smarrita”. Gli dà manforte il numero uno di viale dell’Astronomia Carlo Bonomi, collegandosi da Capri con Sky Tg24: “Oggi tutte le risorse devono essere messe sulle bollette, poi si penserà al resto”. Assenti i politici in questa edizione, e non poteva essere altrimenti, l’attenzione è tutta sulla formazione del prossimo governo, cui i giovani industriali chiedono “autorevolezza, competenza, responsabilità” per “contribuire a costruire un Paese più forte, più prospero, più coeso, con fondamenta solide su cui le nuove generazioni potranno camminare con orgoglio”. In una parola, “quella che qualcuno chiama l‘Agenda Draghi” “e che noi chiamiamo Agenda Italia. Noi ci siamo”, assicura Di Stefano. L’allerta è alta per quel cumulo di promesse elettorali nei programmi dei partiti vincitori nelle urne, promesse che per Bonomi “rischiano di minare la credibilità dell’Italia” in Europa e che “se realizzate tutte supererebbero i 100 miliardi”, ricorda il presidente dei giovani”, portando “benefici temporanei e per pochi, costi enormi per tutti”. Anche perché “la sostenibilità del nostro già enorme debito pubblico è appesa a un filo. Non possiamo aumentarlo ulteriormente, rischiando di ipotecare definitivamente il futuro, per interventi che non siano di strettissima emergenza nazionale”. L’emergenza è, appunto, quella delle bollette. C’è una legge di bilancio “da scrivere in tempi record” e “c’è bisogno di uno stanziamento fra i 40 e i 50 miliardi. Sarebbe fondamentale che il sostegno arrivasse dall’Europa. Contrariamente, l’Italia dovrà fare da sola”. Ma come? Uno scostamento di bilancio “potrebbe essere inevitabile per salvare i posti di lavoro e le imprese che li creano”. E poi, la partita del Pnrr: “l’Europa è stata chiara: niente soldi senza riforme”, che costano zero e hanno “un impatto fondamentale sulla crescita e la modernizzazione dell’Italia”. Per questo non devono fermarsi, “l’emergenza non diventi un alibi per non fare le cose”. Lavoro, competenze e innovazione sono gli strumenti per costruire il futuro: “È su questo che dobbiamo chiedere conto a chi, pro tempore, avrà l’onore di guidare questa grande nazione”, conclude Di Stefano. Con un messaggio chiaro: “L’industria italiana non può morire per i partiti”.