Contratti, Angem-Anir: “Ccnl deve poter rappresentare anche ristorazione collettiva”

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(Adnkronos) – “Anir Confindustria e Angem stanno ponendo la questione della ristorazione collettiva al tavolo che vede Fipe impegnata a rinnovare il contratto del turismo e dei pubblici esercizi. Ad Anir non è stato permesso di partecipare, ad Angem è stato impedito di poter stralciare il tema della ristorazione collettiva”. E’ quanto si legge in una nota congiunta di Anir e Angem. “L’obiettivo è ottenere un contratto nazionale della ristorazione collettiva, con adeguamento dei salari al costo della vita e un impianto normativo per rendere competitivo il settore. Le nostre richieste non hanno avuto risposta, nonostante siano effettuate dal 70% delle imprese del settore, non rappresentate in sede di rinnovo del Ccnl. Si sta scegliendo di rinnovarlo con una minoranza delle imprese del settore, per lo più rappresentanti di aziende cooperative”, prosegue la nota.  

“Le forze sindacali hanno proclamato uno sciopero nazionale di settore, ma solo nei confronti delle aziende rappresentate da Angem ed Anir. Tacciando le nostre richieste di servire da azione di disturbo. Cosa bizzarra e paradossale: da un lato colpisce le associazioni – e le aziende – a cui non viene permesso di partecipare alla contrattazione ufficiale; allo stesso tempo sono individuate come interlocutori con uno sciopero mirato, solo ad alcune aziende. A noi sembra chiaro che, laddove il Ccnl citato fosse rinnovato senza il nostro attivo concorso, non potremmo certamente riconoscere quel contratto come applicabile al nostro settore di attività”, continua la nota.  

“Crediamo che la vicenda meriti attenzione da parte di chi, per il Governo nella revisione del codice appalti, sta verificando la possibilità di riconoscere l’aumento dei costi sostenuti in questi ultimi due anni dal nostro settore, per via degli aumenti che generi alimentari ed energia hanno avuto e che hanno sostenuto solo le aziende senza avere la possibilità di revisionare i prezzi soprattutto nei contratti relativi ai servizi di ristorazione collettiva di tipo pubblico (scuole, ospedali)”, conclude la nota delle organizzazioni.