Contagi in Africa, il ruolo delle diplomazie

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In foto Andrea Romussi
Purtroppo, come scrive Antonella Bianco sul sito della Repubblica, lo stigma sociale per il contagio da Covid-19 in Africa si è abbattuto su ‘l’uomo bianco’, che ha portato il virus nel continente, dopo che in esso non si erano presentati casi indigeni o ricoveri pragmatici. Con l’aumento esponenziale del numero di contagiati nel continente africano, che sfiora i 2.800 casi in 46 paesi su 54, nei confronti degli occidentali sta crescendo la tensione che sfocia in atteggiamenti minacciosi, insulti e diffusione di fake news su “l’untore straniero”. Ma come si fa a dar torto a costoro. visto che qualche francese o inglese di troppo e’ sbarcato in Africa senza le dovute accortezze?
” In alcuni Paesi sono stati segnalati episodi di violenza fisica e verbale che hanno coinvolto in particolare statunitensi ed europei, tra cui molti italiani.  Ad Addis Abeba un professore straniero è stato preso a sassate, una coppia di turisti è stata bloccata in macchina da alcuni giovani che hanno preso a manate il parabrezza. Tanti anche gli episodi di fake news. Come nel caso del nostro ambasciatore in Burkina Faso, Andrea Romussi, considerato ‘importatore del virus’ nel Paese pur essendosi ammalato di coronavirus nella capitale Ouagadougou “. A lanciare l’accusa la ministra della Salute burkinabé Claudine Lougué, affermando in tv che a far arrivare il virus in Burkina Faso era stato “l’ambasciatore italiano tornato dalle vacanze”, nonostante il diplomatico fosse stato l’ultima volta in Italia a novembre. Attacchi verbali e minacce nei confronti di nostri connazionali sono stati segnalati anche in Camerun, Ghana e Tanzania.
In Kenya quella italiana è tra le comunità straniere più numerose nel Paese. A Nairobi la situazione si aggrava di giorno in giorno e la polizia ha dovuto sparare per disperdere decine di persone che si assembravano nelle zone pubbliche e dei mercatini, incuranti delle disposizioni del decreto di emergenza del governo. Sia nella capitale kenyana che nelle zone periferiche, come Kisumu e Kilifi, dove la presenza di nostri connazionali è rilevante, ci sono stati scontri tra poliziotti e ambulanti. “Tutti i servizi religiosi in chiese e moschee sono sospesi, ai funerali è ammessa solo la presenza di familiari più stretti. Tutti i bar saranno chiusi fino a nuove disposizioni e i ristoranti potranno operare fino alle 19:30, ma solo come take away, i clienti non potranno essere serviti ai tavoli. Tutti sono invitati a restare a casa, ma non è ancora un ordine. Il ministro della Sanità osserva che la maggioranza delle persone ignora le misure di sicurezza adottate finora, e continua la vita normale e annuncia nuove drastiche misure che, dice, se necessario saranno fatte eseguire dalle forze dell’ordine” scrive padre Renato Kizito Sesana in un post su Facebook, missionario comboniano che da anni vive e porta avanti una missione in Kenya.
La decisione della Farnesina di mettere a disposizione per chi volesse tornare in Italia un volo commerciale di rimpatrio, organizzato dal l’Ambasciata in Kenya, è maturata in un contesto che rischia di degenerare. È’ un peccato e forse anche una notizia da dover ridimensionare perché noi italiani rispetto ad altri siamo stati modello delle accortezze  nello stesso periodo e i luoghi della discrepanza vanno sicuramente cercati altrove, ove ancora la gente circola per le strade , incurante dei morti che si stanno sommando