Consuntivo diplomatico del 2019, spicca l’opera del Consolato Usa di Napoli

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In foto Mary Avery

Se uno volesse tirare delle considerazioni finali di un anno diplomatico come il 2019 e dire quale Consolato ha espresso la maggiore carica dinamica per l’Internazionalizzazione delle Imprese e la diffusione comune delle culture , dovrebbe senza dubbio assegnare il titolo al Consolato Usa per il Centro Sud con sede a Napoli per una serie di motivi. Primo fra tutti , in una nazione enorme come gli USA che ancora desta discussioni in Europa sul ruolo egemone in molte parti del mondo , è la capacità di dare responsabilità e primato manageriale alle donne e, piacente o meno, ciò rappresenta, una apertura ormai consolidata oltreoceano quando in Italia ancora si discute e si plaude alla conquista di posti chiave da parte del mondo femminile: Colombia Barrosse, Mary Ellen Countryman, Mary Avery; donne di ferro con una esperienza in campi militari, sociali, politici ed economici che nessuno si immagina e che in poco tempo, si sono resi conto della bellezza di Napoli e se ne sono innamorati; non solo sfogliatelle, babà e pizza ma una seria visione delle intercapedini sociali e lavorative della nostra città , cercando di estrinsecarne le potenzialità a livello universitario e imprenditoriale, in riferimento alle opportunità che si devono dare ai giovani che vogliono imparare ed hanno già dalla loro, o un titolo accademico notevole o una capacità creativa che si può allargare a molti campi. Hanno visitato le nostre imprese e aziende, hanno percorso le strade della nostra urbe ove langue il sociale, ma la cosa più importante è che non hanno spinto i giovani ad andarsene da Napoli o dall’Italia, ma hanno introdotto un nuovo tipo di fuga con ritorno, che significa offrire opportunità negli USA per poi fare ritorno nel nostro Paese con una veste diversa, quella del professionista o dell’imprenditore di razza che ama l’Italia ma è stato apprezzato negli USA ove ha ricevuto quelle opportunità per elevarsi che dalle nostre parti si possono scordare.
In una egida politica che assegna strade a senso unico per chi coniuga una economia filo americana, il ruolo consolare degli USA dalle nostre part ha sempre dato una impressione di essere soprattutto una sede di cultura e scambio, che non è un paravento ma il principale mezzo della società diplomatica globale del nuovo secolo. Basta guardare il curriculum del neo Console Generale USA Mary Avery che ha preso il posto a Settembre, di Mary Ellen Countryman, per rendersi conto della veridicità di questa analisi che non si limita solo al ruolo consolare ma anche a quello diplomatico, visto che l’Ambasciatore Eisemberg durante il difficile governo Salvini-Di Maio ha cercato più volte di stabilire una sponda concreta dialettica e nel momento in cui ci stava riuscendo con un ministro governativo, si è ritrovato l’ancora più difficile governo Zingaretti-Di Maio, perché di fronte all’impreparazione diplomatica del precedente ci si è passati ad un esecutivo in cui le differenze di vedute in campo strategico internazionale sono diverse e ciò mina ancor di più la stabilità futura. In questo contesto si ha l’impressione che il ruolo della donna in campo politico sia distorto in Italia e non scevro di possibili attacchi, mentre resta altrove l’opportuna soluzione di exabotage delle situazioni difficili.

In foto Mary Ellen Countryman nel periodo in cui era console degli Usa a Napoli all’apertura della caffetteria del Museo Archeologico Nazionale di Napoli