Consumo sigarette contraffatte: Italia seconda in Europa. Maglia nera alla Campania

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L’Italia è il secondo paese in Europa per il consumo di sigarette contraffatte. Lo rileva il Kpmg Sun Report, lo studio annuale sul fenomeno della contraffazione e contrabbando di sigarette nei 28 paesi europei più Norvegia e Svizzera. La situazione “è tanto più grave se si considera la forte crescita del fenomeno del contraffatto nell’ultimo anno: i prodotti contraffatti hanno più che raddoppiato la loro incidenza, passando dal 7,1% al 16,5% del consumo totale di prodotti illeciti”.
In Europa, sottolinea Kpmg, “l’Italia è il terzo paese per volumi di illicit whites. Il consumo di questi prodotti ha rappresentato la metà dei consumi di sigarette illecite in Italia. Un ulteriore campanello d’allarme è rappresentato dal consolidamento delle fonti principali dei flussi di sigarette illegali in entrata. I flussi provenienti da Bielorussia e Ucraina hanno segnato un incremento del 193%, divenendo le principali fonti di provenienza di illicit whites”.

Il ruolo della criminalità locale
Nonostante il fenomeno del commercio illecito di sigarette in Italia “si confermi stabile rispetto all’anno prima, la situazione in Italia rimane particolarmente allarmante. Il mercato di sigarette illegali continua a favorire la criminalità locale e non, priva di risorse gli Stati membri e danneggia le imprese che operano legalmente”.
In Europa, secondo il rapporto, nel 2015 l’Italia è “tra i primi cinque paesi per volumi di sigarette contraffatte e contrabbandate, con 4,6 miliardi di sigarette illegali che rappresentano il 5,8% del consumo totale. Se il volume totale di sigarette contraffatte o contrabbandate consumato in Italia fosse stato acquistato legalmente all’interno del paese, sarebbero stati raccolti ulteriori introiti fiscali pari a circa 822 milioni di euro”. La Campania anche nel 2015 “si conferma come regione più impattata dal fenomeno, con una percentuale di prodotti illeciti pari al 37%”.

Italia primo produttore di tabacco in Ue
L’Italia, secondo il Kpmg Sun Report, “è il primo produttore di tabacco in Europa e il 14esimo al mondo; ci sono circa 200mila addetti, tra cui 55mila rivenditori e più di 3mila imprese agricole con una radicata presenza nelle regioni Campania, Veneto, Umbria, Toscana e Lazio. Ogni anno il commercio illecito di prodotti del tabacco mette a rischio un numero considerevole di posti di lavoro”. Il commercio illecito “è un fenomeno transnazionale che vede coinvolte organizzazioni criminali di diversi Paesi, talvolta legate tra loro da accordi per la gestione dei traffici e per la spartizione dei profitti. Le organizzazioni criminali italiane creano delle alleanze con organizzazioni dell’Est Europa per la produzione, lo stoccaggio e il trasporto delle sigarette di contrabbando”. Vengono sfruttate “le stesse rotte di altri traffici illegali come quello di droga, armi ed esseri umani. Queste attività permettono la sopravvivenza di gruppi criminali locali, reti transnazionali e organizzazioni terroristiche”. Per le organizzazioni criminali, “il contrabbando di sigarette rappresenta un comportamento lucrativo preferenziale, in quanto comporta bassi costi e limitati rischi rispetto ad altri tipi di illeciti. Dopo la droga, per la camorra, il contrabbando di sigarette sta tornando a essere la forma di guadagno più importante”.

Business da 546 milioni
In Italia a fronte di un ‘fatturato’ complessivo annuale delle organizzazioni criminali pari circa a 29,5 miliardi, “il traffico illecito di tabacchi vale 546 milioni. Nel 2013 droga, prostituzione e contrabbando di sigarette hanno fruttato alla criminalità organizzata l’1,1% del Pil nazionale, per un valore complessivo pari a circa 16 miliardi”. “Le azioni mirate delle forze dell’ordine – aggiunge Kpmg – hanno rappresentato uno strumento essenziale per il contrasto del fenomeno della vendita illecita di prodotti del tabacco. Il fenomeno illecito negli ultimi anni ha raggiunto il suo massimo quando i prezzi delle sigarette legali erano al minimo. Emerge come non siano politiche di prezzi al ribasso (che danneggiano l’intera filiera legale) a influenzare il fenomeno, che appare fondamentalmente legato alla disponibilità dei prodotti illeciti”. Nel 2015 i volumi di sigarette di contrabbando sequestrate dalla Gdf sono stati 275 tonnellate (+37,5%) e “negli ultimi anni un numero crescente di fabbriche illecite è stato identificato dalle autorità nel Centro e nell’Est Europa”