A novembre non c’è stato alcun segnale di ripartenza dei consumi. Lo afferma la Confcommercio che rende noti i valori del suo indicatore sui consumi. L’Icc registra infatti, a novembre, A novembre non c’è stato alcun segnale di ripartenza dei consumi. Lo afferma la Confcommercio che rende noti i valori del suo indicatore sui consumi. L’Icc registra infatti, a novembre, una diminuzione del 2% in termini tendenziali e un calo dello 0,1% rispetto ad ottobre. La media mobile a tre mesi, corretta dai fattori stagionali, segnala un moderato arretramento. ”Questo andamento – spiega Confcommercio – riflette il permanere, all’interno del nostro sistema, di segnali contrastanti che, pur lasciando intravedere un possibile miglioramento nel 2014, sono ancora molto deboli ed insufficienti a produrre effetti positivi sull’occupazione e sul reddito”. Incertezza e fisco ”L’incertezza che caratterizza il quadro economico e il perdurare di livelli di imposizione fiscale troppo elevati condizionano il sentiment delle famiglie – prosegue Confcommercio -. A dicembre il clima di fiducia ha evidenziato un forte regresso. Dalla fine dell’estate, in concomitanza con l’avvio del dibattito sulle manovre di finanza pubblica per il 2014, le famiglie sono tornate a mostrare aspettative meno favorevoli che rischiano di prolungare la fase di crisi della domanda interna per consumi. Nello stesso mese, al contrario, e’ proseguito il lento recupero della fiducia delle imprese, legato alle attese di miglioramento della situazione economica preannunciate dai dati sulla produzione industriale e sugli ordinativi”. Mercato del lavoro Per Confcommercio, la debolezza del ciclo economico, che stenta ad instradarsi su un sentiero di ripresa consolidata, si traduce nel permanere di una situazione molto critica sul versante del mercato del lavoro. A novembre il numero di occupati è sceso di 55mila unità. Nella media dei primi 11 mesi del 2013 la forza lavoro occupata è diminuita di 453mila unità. Nello stesso mese i disoccupati sono aumentati di 57mila unità (+396mila nel periodo gennaio-novembre) portando il tasso di disoccupazione al 12,7% (12,2% nella media del periodo). In ulteriore aumento è risultato, anche, il tasso di disoccupazione giovanile salito al 41,6%. In aumento ricorso alla Cig A questi dati si aggiungono le cifre relative a quanti, pur inseriti nel processo produttivo, vivono una situazione di difficoltà legata alle crisi produttive aziendali e che si traducono nel ricorso alla Cig. Il numero complessivo di ore autorizzate di cassa segnala, a novembre un aumento in termini tendenziali (+1,7%), ed una lieve diminuzione nel complesso degli 11 mesi (-1,4%). In particolare, nell’anno che si è appena concluso si è rilevato un sensibile aumento delle ore autorizzate di Cig straordinaria a cui si e’ contrapposto un calo di quelle in deroga.