Nel mese di Dicembre i vari Consolati Generali USA, da Elizabeth Lee Martinez a Milano a Mary Ellen Countryman a Napoli, dedicheranno la corrispettiva attività editoriale a uno dei valori fondamentali degli Stati Uniti d’America: la Diversity. Attraverso #DiverseDecember vengono approfonditi, svariati aspetti perchè la diversità vada raccontata proprio nelle sue sfaccettature. “Lavoriamo per un mondo senza pregiudizi e questo mese, con le sue tradizioni e le feste e le Giornate Internazionali ci può aiutare a costruire consapevolezza e una migliore compresione reciproca“.
#DiverseDecember si apre con due celebrazioni che ci ricordano il contributo di chi negli ultimi sessant’anni ha lottato perchè la #diversity fosse considerata un valore. 63 anni fa, il 1° dicembre 1955, a Montgomery, Alabama, Rosa Parks si oppose all’ordine dell’autista James Blake di cedere il suo posto a un passeggero bianco: questo atto di disobbedienza civile la condusse in carcere per aver violato le leggi segregazioniste e diede il via al boicottaggio degli autobus di Montgomery per oltre un anno. Rosa Parks continuò la lotta per l’uguaglianza collaborando con i leader dei diritti civili, tra cui Edgar Nixon e Martin Luther King Jr. ed è diventata un’icona internazionale di resistenza alla segregazione razziale.
Nel 1996, è stata insignita della Presidential Medal of Freedom, il più alto riconoscimento conferito dal Presidente e alla sua morte, nel 2005, è stata la prima donna ad essere onorata con una veglia funebre presso la rotonda del Campidoglio.
30 anni fa il 1° dicembre ha assunto un altro valore, sempre legato ai diritti civili: veniva istituita nel 1988 il primo World AIDS Day. Dal 1981 questa malattia ha causato la morte di oltre 25 milioni di persone ma negli ultimi anni il progresso in campo medico e l’accesso alle terapie e ai farmaci antiretrovirali ha migliorato in molte regioni del mondo le condizioni di vita di chi è risultato sieropositivo al test dell’HIV, questa giornata è dunque un’occasione per sensibilizzare e supportare di chi ha contratto la malattia. Gli Stati Uniti sono leader mondiali nel rispondere alla crisi globale dell’HIV/AIDS e dal 2003 lo fanno attraverso il Piano di emergenza presidenziale per l’AIDS (PEPFAR). Attraverso il PEPFAR, gli Stati Uniti si impegnano per un mondo più sicuro dalle minacce delle malattie infettive e hanno rafforzato la capacità globale di prevenire, rilevare e rispondere a rischi nuovi ed esistenti. Originariamente concepito come un impegno caritatevole per fornire servizi salvavita nei paesi più colpiti dall’HIV/AIDS, PEPFAR oggi affronta la sfida del controllo della pandemia. È il simbolo dell’impegno governativo degli Stati Uniti in materia di salute, sviluppo, sicurezza e diplomazia, senza pari nella sua capacità di fornire risultati e impatto chiari, misurabili e ripriducibili. Così mentre il tradizionale albero di New York si accende al Rockfeller Center, l’America ricorda al mondo quanto la disuguaglianza non sia negli obiettivi di una grande nazione come gli Usa.