Confindustria, partita la corsa a quattro: il campano Boccia contro Vacchi, Regina e Bonometti

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Il no del reggiano Fabio Storchi, leader di Federmeccanica, è l’ultimo atto, a meno di sorprese al fotofinish, della ‘fase uno’ per la corsa alla presidenza di Confindustria. E’ scaduto alla mezzanotte di ieri infatti il termine per le auto-candidature alla successione di Giorgio Squinzi. Una partita che vede quattro concorrenti: Alberto Vacchi, Vincenzo Boccia, Aurelio Regina e Marco Bonometti, che ha ufficializzato la sua partecipazione nella mattinata di ieri.

Ho maturato il convincimento che sia oggi mio preciso dovere continuare l’impegno di Federmeccanica“, così Storchi ha spiegato il no alle “numerose sollecitazioni” per una sua candidatura, non solo da Federmeccanica, tiene a precisare. D’altra parte dopo l’entrata in scena del bresciano Bonometti gli spazi per Storchi si era ristretti. Nella stessa categoria infatti l’ala, per così dire, delle “colombe” è stata da subito occupata da Vacchi (il cui gruppo ha annunciato ricavi sopra al miliardo) mentre il reggiano avrebbe potuto prendere il testimone dalla linea più dura dell’industria meccanica, su cui però all’ultimo è calata la candidatura di Bonometti. 

Ora gli occhi sono putanti su Federmeccanica, che al momento non fa endorsement per altri industriali in corsa. “Prenderà in esame i programmi che verranno presentati da tutti i candidati e li valuterà con estrema attenzione“, spiega Storchi in qualità di presidente dell’associazione. E sulla direzione che prenderà l’ago della bilancia c’è da scommettere abbia il suo peso la riforma del sistema contratti, uno dei dossier politicamente più caldi in viale dell’Astronomia. 

Oltre che il settore di riferimento c’è anche il territorio e ricapitolando: in pista due uomini del Nord, il bresciano Bonometti e il bolognese Vacchi, e due del Centro Sud, il salernitano Boccia, chiamato a presentarsi dalla Piccola Industria, e il foggiano Reggina con un forte imprinting capitolino, visto che è stato leader degli industriali di Roma e del Lazio. Tutti risultano over50. 

Punti di contratto o distanza potrebbero emergere nelle prossime tappe. E non è escluso che chi oggi si sfida domani potrebbe comparire insieme (in un ticket presidente-vicepresidente: sono ipotesi che molti rumors indicano come tutt’altro che remote) Chiusa la fase uno, i ‘saggi’, c’è una commissione ad hoc, inizieranno il tour per consultare il sistema (il 23 febbraio da Milano, poi Roma, Torino, ancora Milano, Verona e Napoli) e scremare le candidature: sarà ammesso al voto per la designazione solo chi risulterà avere un sostegno pari almeno a 290 voti assembleari, cioè il 20%. Chi la spunta svelerà bel dettaglio il suo piano il 17 marzo in occasione del Consiglio Generale. Entro lo stesso mese la designazione per il futuro leader degli industriali. Ci sarà poi tempo fino ad a aprile per mettere su la squadra, mentre per l’elezione toccherà attendere maggio.