Confindustria, il monito di Boccia: Crescita zero? Ora il Paese deve reagire

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in foto Vincenzo Boccia

La crescita zero certificata dall’Istat per il secondo trimestre “non stupisce, lo avevamo detto da tempo. Vuol dire che dovremo reagire come Paese”, ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ospite di Zapping su Rai Radio1.
Tra le sfide da affrontare in autunno “c’è un nodo risorse”, aggiunge, “con una manovra da affrontare che non sarà nient’affatto facile”, avverte. Sul fronte delle parti sociali, anche in occasione degli incontri con il Governo, ci sono oggi “grandi convergenze, sindacati compresi. Noi stiamo dicendo a tutti le stesse cose”.
C’è una posizione “All’unanimità di tutte le categorie economiche” che indicano come priorità “la riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, e le infrastrutture”, e vedono “criticità sul salario minimo”: per Confindustria “non può esserci “uno scambio tra cuneo fiscale e salario minimo. Sono aspetti diversi: lo scambio per noi non va bene”, c’è un problema di impatto economico per le imprese ma è “una questione anche di fondamentali dell’economia del Paese”.
Così il 6 agosto, al prossimo incontro con il vicepremier Matteo Salvini “andremo a ripetere quello che abbiamo detto nelle convocazioni precedenti”:
E commentando il rapporto Svimez il leader degli industriali Vincenzo Boccia dice: più che una questione Mezzogiorno, “c’è una questione italiana, una disoccupazione giovanile dilagante a partire dal Mezzogiorno ma anche al Nord. Da questo si dovrebbe ripartire con una politica economica che metta i giovani al centro”.
Ma anche “da una questione industriale”: Bisogna “porre attenzione al lavoro, e agli effetti delle politiche economiche sull’economia reale. È la nuova sfida per la politica italiana”.