Confindustria: Est Europa, opportunità per le Pmi. Seminario a Palazzo Partanna

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in foto Palazzo Partanna, sede dell'Unione industriali di Napoli

Gli 11 Paesi che compongono Confindustria Est Europa offrono una formidabile rete di opportunità per le imprese campane e nel complesso italiane. Questi Stati hanno un Pil crescente, con una media di circa il 4% all’anno, e una popolazione complessiva di oltre 130 milioni di abitanti: un mercato con consumi interni molto alti. In una congiuntura internazionale che vede le esportazioni dover fare i conti da un lato con i dazi e dall’altro con la chiusura dei mercati, avere dei mercati europei di libero scambio senza dazi, soprattutto per il mondo delle PMI italiane, è una grande opportunità”. Così Luca Serena, Presidente di Confindustria Est Europa, a margine della tappa napoletana del roadshow nazionale “Lavorare in Est Europa: le Rappresentanze locali di Confindustria a sostegno delle imprese” di Confindustria Est Europa, presso la sede dell’Unione Industriali di Napoli a palazzo Partanna. Con la partecipazione di Rocco Ferri, Responsabile Progetto Neg per Confindustria Est Europa, Anna Del Sorbo, Presidente Gruppo Piccola Industria di Unione Industriali Napoli, General Manager Idal Group, Alessandro Paoli, Responsabile UniCredit International Center Italy. Confindustria Est Europa è una Federazione che associa le rappresentanze internazionali di Confindustria presenti in Albania, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Romania, Serbia, Ucraina, Slovenia e Polonia.
“Gli 11 Paesi dell’Est – riprende Serena – in termini di export valgono più di Cina, India e Brasile”. Nel 2019 (gennaio-ottobre), secondo i dati Confindustria Est Europa, l’export complessivo verso i Paesi dell’Est ammonta a 28,7 milioni di euro, mentre l’import a 24,2 milioni. Nel 2018, la popolazione registrata nel complesso era di 134 milioni di abitanti, il Pil di 1.123 miliardi di euro, con una crescita media del 3,78%. “In questi Paesi – spiega Serena – l’Italia gioca un ruolo da leader. Per l’interscambio commerciale è al primo o al secondo posto. C’è un forte gradimento per il made in Italy. Per le pmi della Campania ci sono grandi opportunità di sviluppo, soprattutto nei settori strategici come il food, se si pensa che nei supermercati dell’Est ci sono sempre dei corner dedicati ai prodotti italiani che sono di fascia medio-alta. Tra gli altri settori promettenti c’è quello casa: abitazioni, infrastrutture, l’internazionalizzazione delle forniture. Molti grandi appalti pubblici sono vinti da imprese italiane. Solo la Romania nel 2019 ha venduto 1 milione di metri quadrati di uffici nuovi e nel 2020 è già previsto un altro 1,2 milioni realizzati in Romania per il mercato rumeno. Trovare i paesi che costruiscono tanto è difficile”.
“Si tratta di grandi mercati per la Campania – commenta Anna Del Sorbo, Presidente Gruppo Piccola Industria di Unione Industriali Napoli e General Manager Idal Group – L’85% delle nostre PMI ha una dimensione ridotta, è al di sotto di 50 dipendenti, quindi c’è bisogno di una politica economica del Paese forte che faccia da traino per l’internazionalizzazione delle aziende, perché all’estero si cresce o con una politica nazionale forte o sulla scia di un big player per le piccole e medie imprese. Non è semplice allargare gli orizzonti oltre i confini nazionali. Ma è possibile. Le nostre eccellenze del made in Italy sono forti e sono molto richieste anche in questi Paesi. Quali sono i settori più appetibili? Sono i settori strategici: aerospazio, moda, agroalimentare, economia del mare”