Confindustria, domani al via l’era Bonomi: voto in assemblea privata

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In foto Carlo Bonomi

Il passaggio di testimone tra Vincenzo Boccia e Carlo Bonomi alla guida degli industriali italiani sarà sicuramente inusuale: non l’applauso, all’uscente e all’entrante, dell’assemblea convocata a Roma ma una riunione ancora una volta in forma privata, come d’obbligo in tempo di pandemia. E a formalizzare la presidenza del numero uno di Assolombarda sarà, di nuovo, il voto online. Rinviato in autunno – la data è ancora da definire – l’evento romano, domani Boccia prenderà la parola e passerà poi il testimone per i prossimi 4 anni a Bonomi – designato lo scorso 16 aprile con 123 voti del consiglio generale contro i 60 della sfidante Lucia Mattioli. Ad affiancarlo una squadra nutrita. Dieci i vicepresidenti elettivi: Barbara Beltrame, con delega all’internazionalizzazione; Giovanni Brugnoli, con delega al Capitale umano; Francesco De Santis, con delega alla Ricerca e Sviluppo; Luigi Gubitosi, con delega al Digitale; Alberto Marenghi, con delega all’Organizzazione, allo Sviluppo e al Marketing Associativo; Maurizio Marchesini, con delega alle Filiere e alle Medie Imprese; Natale Mazzuca, con delega all’Economia del Mare e al Mezzogiorno; Emanuele Orsini, con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco; Maria Cristina Piovesana, con delega ad Ambiente e Sostenibilità; Maurizio Stirpe, con delega al Lavoro e alle Relazioni Industriali. A questi componenti si aggiungono i 3 vicepresidenti di diritto: Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria; Alessio Rossi, presidente dei Giovani Imprenditori; Vito Grassi, presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali.Il neopresidente si troverà a guidare gli Industriali italiani in un momento difficilissimo, con una “voragine che sarà tremenda” nel Pil del Paese. Ecco perché “dobbiamo metterci rapidamente al lavoro perché entro l’estate sia pronto un grande piano Italia 2030-2050, un grande libro bianco di medio periodo”, aveva detto presentando la sua squadra, “l’Italia può e deve, nei prossimi anni, non solo recuperare gli 8-10 punti di Pil che presumiamo di perdere a causa del Coronavirus, ma di realizzare una ripresa rapida e impetuosa che ci porti, nel 2022, a recuperare i punti persi anche dal pre-2008”. Per farlo, insiste, “abbiamo bisogno di una ferma indipendenza e di una irriducibile autonomia dai partiti e dalla politica e per questo abbiamo bisogno di coesione”. Il dialogo con il governo – di cui è stato critico già negli anni di Assolombarda – sarà una delle sfide di Bonomi così come il dialogo con i sindacati, raccogliendo magari la mano tesa della Cisl.