Confindustria Campania, incontro con gli studenti del Sannio. Lampugnale: Oggi possiamo riscrivere la storia del nostro Paese

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Le imprese campane hanno molto sofferto questo periodo di pandemia, ma la risposta del sistema produttivo, costituito per la maggior parte da piccole e medie imprese, è stata comunque positiva. Il calo del Pil nel 2020 è stato più contenuto rispetto al Centro e al Nord Italia. Anche l’export, dopo essere cresciuto del 9 per cento nel 2019, è calato nel 2020 del 6 per cento, meno della media nazionale.

Questi dati sono stati comunicati dal presidente PI Confindustria Campania, Pasquale Lampugnale nel corso del convegno “Imprese campane a stelle e strisce. Tra storia d’impresa e internazionalizzazione” primo appuntamento del ciclo di seminari di Storia dell’impresa “Gli Studenti per gli Imprenditori: un Laboratorio nel Sannio” curato della docente Vittoria Ferrandino. L’iniziativa promossa dell’Università degli Studi del Sannio ha visto la partecipazione attiva degli studenti che hanno raccontato, secondo il loro punto di vista e le loro analisi, i motivi di successo sui mercati esteri di alcune importanti realtà aziendali campane.

Il seminario ha rappresentato, pertanto, un ottimo momento di dialogo e confronto tra mondo accademico e delle imprese ed il presidente Lampugnale nel suo intervento introduttivo ha potuto sottolineare che “l’Italia vanta 4 milioni di piccole e medie imprese, più dei 3 milioni della Francia e dei 2,7 milioni della Germania, siamo la seconda manifattura d’Europa e primi per numero di Pmi. Gran parte del tessuto produttivo nazionale è legato a storie familiari di eccellenza che hanno saputo portare il nostro made in Italy nel mondo. I 4 milioni di Pmi italiane rappresentano il 50% delle nostre esportazioni, laddove questa quota in Francia e Germania raggiunge solo il 17%. Bisogna quindi valorizzare le piccole imprese, i giovani, il collegamento col mondo universitario.

La pandemia ha dato una spinta importante ad alcuni settori e ne ha rallentato altri, ha velocizzato processi già in corso come la digitalizzazione (nonostante siamo ancora indietro rispetto alla media europea) e messo in risalto il valore delle competenze digitali. La Campania ha una buona media in termini di connettività e banda larga ma siamo molto indietro per quanto riguarda le competenze digitali e l’utilizzo dei servizi internet nelle imprese. Basti pensare che il 25% della popolazione fra i 16 e i 74 anni nel 2019 non aveva mai utilizzato una connessione. Non possiamo affrontare la ripresa senza colmare questo gap. Il problema da affrontare non è solo il grado di connessione dell’azienda ma anche come perseguire quei cambiamenti in azienda che sono molto più veloci rispetto al passato.

Altra questione è quella delle competenze digitali: in questi ultimi 8-9 anni ho spesso sentito le aziende lamentarsi della difficoltà di intercettare le giuste competenze di diplomati e laureati, e credo sia dunque necessario per le aziende interagire meglio con il sistema universitario in maniera da intercettare le giuste competenze in un mondo che cambia molto velocemente. I giovani da parte loro devono dimostrare voglia di apprendimento costante perché oggi in azienda non abbiamo più solo i ruoli tradizionali. Lavorando tutti insieme, università, imprese e giovani, possiamo rendere più veloce e competitivo il nostro sistema economico e recuperare quella produttività che il nostro paese ha perso negli ultimi vent’anni. Nel nostro paese ci sono grandi eccellenze e grandi opportunità: dobbiamo saperle cogliere perché è questo il momento in cui possiamo riscrivere la storia del nostro paese e dei nostri territori.”