Confindustria, Boccia al Sole24ore: In gioco il futuro dell’Italia, priorità a lavoro e crescita =

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in foto Vincenzo Boccia presidente Confindustria

In gioco c’è il futuro dell’Italia. Occorre dare priorità a “lavoro e crescita” rafforzando le misure “per la competitività”. E’ quanto sottolinea il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia in una intervista al Sole 24 ore. Ad avviso del leader degli industriali anzitutto occorre non smontare le riforme che stanno funzionando, come dimostrano i dati del Pil, dell’export e degli investimenti privati. Anzi – spiega- bisogna cogliere l’occasione del passaggio a Montecitorio della legge di bilancio per rafforzare le misure a favore della competitività del paese. Senza cadere in tentazioni da campagna elettorale orientate all’aumento del deficit. “La crisi -sottolinea- non è ancora superata, l’Italia ha grandi potenzialità, ma deve essere messa nelle condizioni di competere per crescere, con l’obiettivo di creare benessere e occupazione”. Per Boccia il lavoro e soprattutto il lavoro dei giovani, deve essere al centro delle politiche del Paese. “In gioco – sottolinea- c’è il futuro dell’Italia e bisogna tornare ai fondamentali dell’economia. È l’industria il motore del Paese: la questione industriale non è la questione degli industriali, ma un interesse nazionale”. “Abbiamo lanciato il piano di inclusione giovani e al primo punto delle nostre Assise generali, convocate per il 16 febbraio del prossimo anno, ci sarà proprio il lavoro che grazie alla crescita diventa la priorità politica di questa Confindustria aperta e inclusiva. Non c’è dicotomia fra impresa e famiglia: le persone -spiega- che le imprese assumono grazie alla crescita sono i figli delle famiglie italiane. Nella legge di bilancio ci sono le prime risorse per i giovani ma bisogna andare avanti. Dobbiamo diventare la punta avanzata d’Europa e costruire l’Italia del lavoro e per i giovani”. E in merito alle promesse della prossima campagna elettorale sottolinea: “Il punto centrale è con quali risorse si possono sostenere le promesse elettorali e rendersi conto della fase delicata che viviamo, nonché del grande debito pubblico che grava sulle nostre spalle. Bisogna evitare tattiche e spingere su proposte e strumenti che abbiano effetti positivi sull’economia reale utilizzando la crescita per un grande piano di inclusione che riduca i divari dei quali ci parla anche l’ultimo rapporto Censis. Dobbiamo esprimere un pensiero economico per una idea di società post ideologica, che sappia guardare al futuro del Paese e fare i conti con le sue potenzialità”.