Confindustria Benevento, Filippo Liverini: Obi troppo pessimista sul Sannio. Rilancio possibile grazie alla Zes

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In foto Filippo Liverini

Secondo il rapporto Obi presentato oggi continuerà a scendere il contributo del Mezzogiorno all’economia italiana; se nel 2000 il 24,7% del valore aggiunto nazionale era prodotto nelle regioni del Sud Italia, nel 2018 questo contributo si è fermato al 22,8% con una stima per il 2023 fissata al 22,6%. Un crollo di oltre due punti percentuali in 20 anni, causa, ma anche effetto, delle negative dinamiche socioeconomiche registrate nel Mezzogiorno in questi anni, tra le quali il calo dell’occupazione (dal 46,3% del 2004 al 44,5% del 2018) e la crescente migrazione di giovani del Sud (negli ultimi 16 anni quasi 600.000). Sono queste alcune delle evidenze emerse dalla presentazione in Senato del rapporto dell’Osservatorio Banche e Imprese di Economia e Finanza sulle stime riguardanti “Valore aggiunto e occupazione territoriale” (Fonte: stime Obi elaborate sulla base di dati disponibili a ottobre 2018). Nel quinquennio 2019-2023 la crescita annua risulterà «decisamente contenuta per tutte le Province meridionali” ma, in particolare, sarà “sostanzialmente nulla” in quattro Province del Mezzogiorno: “Agrigento, Benevento, Nuoro e Potenza”. L’Osservatorio Banche Imprese nella presentazione del proprio rapporto restituisce una visione particolarmente negativa per Benevento che viene additata come una delle quattro provincie a crescita zero per i prossimi 5 anni.
“Non sarei così pessimista dichiara Filippo Liverini Presidente di Confindustria Benevento -. Lo studio dell’Obi elabora previsioni di crescita a cinque anni e l’esperienza ci ha insegnato che, nel bene e nel male, le previsioni sono quasi sempre smentite dai fatti, soprattutto quando parliamo di Pil. Le dinamiche della crescita sono fortemente influenzate da fattori non facilmente prevedibili legati a scelte e strategie dei singoli governi, alle loro politiche economiche e commerciali; fattori i cui effetti hanno ricadute immediate anche sulle nostre imprese. Sicuramente Benevento è un territorio connotato da una economia fragile e fortemente influenzata da dinamiche esterne. Lo abbiamo descritto in maniera puntuale nell’ambito della presentazione lo scorso dicembre,  del rapporto del nostro Centro Studi (presieduto dal mio vice presidente Pasquale Lampugnale) dal titolo “Dove va l’economia sannita”. Ma proprio in quel rapporto si evince l’alta volatilità del nostro Pil che tra il 2013 e il 2015 ha fatto registrare uno scostamento addirittura di 11 punti percentuali. Si tratta di una dinamica dovuta proprio al valore complessivamente contenuto della nostra ricchezza, pari a 4.5 miliardi di euro, sulla quale anche investimenti non particolarmente significativi possono determinare importanti scostamenti. Tenuto conto, inoltre, che la provincia di Benevento oltre ad incisivi investimenti privati è destinataria di importanti risorse pubbliche per infrastrutture e che ospita una area Zes, riteniamo che potrebbe vedere ridisegnata, anche grazie ai nuovi collegamenti  ferroviari come la Napoli Bari, la propria posizione nell’ambito del Mezzogiorno. Ritengo, quindi, che lo studio dell’Obi, possa essere, più che altro, uno stimolo per fare in modo di continuare sulla strada della coesione istituzionale e della programmazione strategica per un territorio che ha voglia di crescere e che ha le carte in regola per poterlo fare”.